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Piazza del Comune
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- “E’ semplicistico prendersela con noi gestori di bar e ristoranti ogni primo gennaio e ogni ferragosto".
E' la replica di Antonia Biritognolo, presidente provinciale Fipe - Confcommercio, alla polemica sulle chiusure di capodanno degli esercizi pubblici sollevate dalla stampa nei giorni scorsi.
"Mi piace ricordare - continua - che il nostro lavoro è fra i più massacranti: lavoriamo quando gli altri si divertono e svolgiamo tale servizio praticamente 24 su 24 in ogni città e in ogni quartiere: in quest’ottica sono legittimi sia il riposo settimanale, che le ferie, che le turnazioni delle chiusure, tra l’altro previste dalle normative vigenti”.
“Gran parte degli esercizi pubblici trovati chiusi il primo gennaio nel centro storico del copoluogo - prosegue la Biritognolo - avevano comunicato al Comune le proprie intenzioni, molti avevano garantito il servizio nelle ore immediatamente precedenti anche fino a mattina inoltrata oltre che nei giorni di Natale e di Santo Stefano.
E se anche il Creatore il settimo giorno volle riposarsi, non vedo perché non lo debba fare un barista.
Quando ci riposiamo? Beh, quando creiamo meno danni agli introiti della nostra azienda, è ovvio.
Il servizio offerto dai pubblici esercizi il primo gennaio, oltre tutto, è stato comunque adeguato al numero di avventori che hanno battuto le nostre strade”.
Ogni volta mi trovo a dover difendere da attacchi ingiustificati la categoria che rappresento; ma ci si dimentica dove si è trascorso il capodanno?
La risposta è, se non a casa, in un esercizio pubblico a brindare e a ballare in compagnia d’amici: è per questo che il mio sfogo è sempre più convinto.
Vogliamo per una volta parlare dei veri disservizi che ogni giorno dell’anno si trovano ad affrontare gli operatori o - tanto per entrare nel dettaglio - i turisti nel nostro territorio?
Apt commissariata da anni, un'agenzia regionale per il turismo della quale ancora non abbiamo ben capito ruolo e funzioni, 60 comuni che programmano orari e servizi senza interagire con gli altri enti e ogni volta il problema è degli operatori! Ma siamo seri!
Siamo noi dell’Ascom ad aver sollecitato una programmazione delle chiusure di bar e ristoranti, ma serve uno sforzo in più: bisogna mettere in rete le informazioni, creare collegamenti fra enti deputati alla programmazione e alla promozione e, ancora, serve una comunicazione preventiva al turista, e non riempire il solito quaderno delle doglianze”.