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Il comune di Viterbo
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Riceviamo e pubblichiamo
- A seguito degli articoli apparsi su alcuni quotidiani locali e delle discussioni tenute in consiglio comunale in merito al costruendo edificio in piazza Verdi, località "Cunicchio", di proprietà della Rondine Srl, Angelo Balletti, amministratore della società, avendo appreso che alcuni consiglieri hanno avanzato rilievi e osservazioni sull'operato della società e dell’amministrazione comunale negli anni passati (evidentemente non avendo pienamente conoscenza dello sviluppo della vicenda), si sente in dovere di chiarire la posizione della società che rappresenta.
Alla società Rondine Srl è stato contestato di aver pubblicizzato la vendita di appartamenti nell'edificio di cui sopra, prima di aver ottenuto l'approvazione del cambio di destinazione d'uso dell'immobile, lasciando intendere una volontà di scavalcare o delegittimare l'autorità del consiglio comunale, cosa questa, che non è mai stata nelle intenzioni della società.
Occorre sapere che la Rondine Srl ottenne nel 1994, (in osservanza al piano di recupero del Cunicchio, nato con il fine di risanare e sviluppare un'area centralissima della città, che versava in deplorevoli condizioni), la concessione edilizia (n. 4813/94) per l'edificazione di un edificio polifunzionale con destinazione d'uso commerciale, residenziale, direzionale e parcheggi.
Per iniziativa della stessa società proprietaria, fu esclusa la possibilità di realizzare centri per la grande distribuzione, a salvaguardia di tutte le attività commerciali delle limitrofe zone (corso Italia, viale Marconi, via Metteotti, ecc.), che avrebbero subito ingenti danni economici dall'insediamento di un centro commerciale a piazza del Teatro.
Inoltre la realizzazione di due piani di parcheggi per 88 posti auto, destinati in minima parte a servizio dell'edificio, avrebbe in parte sopperito al soddisfacimento della carenza di posti auto sia per i residenti che per i fruitori delle attività commerciali esistenti.
Seguirono anni di estrema difficoltà nei lavori, di ingenti costi di realizzazione sostenuti sia per la bonifica, che per gli scavi su banco di peperino e per il consolidamento dell'area.
Proprio in quel periodo, in occasione dell'approvazione di una variante al progetto, il consiglio comunale, con delibera n. 343 del 29/12/1998, decise unilateralmente e senza alcun preavviso che, il costruendo edificio doveva divenire Biblioteca comunale, per la vicinanza all'attuale Biblioteca degli Ardenti.
La Rondine Srl, seppur non interpellata, prese atto della volontà dell'amministrazione comunale e di quella Provinciale, che fu immediatamente coinvolta nell'iniziativa, e, potendo realizzare un'opera che incontrava un'esigenza di interesse collettivo, si adeguò alla delibera proseguendo i lavori di costruzione della struttura con caratteristiche mirate alla sua nuova destinazione d'uso.
Nella realizzazione delle opere furono seguite scrupolosamente le indicazioni impartite dai tecnici incaricati del Comune, della Provincia, del Consorzio Biblioteche, della Camera di Commercio e dell'Ute, i quali, chiamati a costituire un'apposita commissione di valutazione, espressero anche una loro stima economica, alla quale la Rondine Srl si adeguò.
Vennero pertanto sostenuti ulteriori e notevolissimi oneri per la realizzazione ad esempio di tramezzi, fondazioni, pilastri e solai della portata di mille chiòogrammi per metro quadrato.
Gli anni a seguire furono contraddistinti da innumerevoli incontri e trattative per il trasferimento dell'edificio della biblioteca nel corso dei quali la società, in ogni modo possibile, si rese disponibile ad incontrare le esigenze degli enti pubblici interessati, sia accettando anche la seconda valutazione economica dell'immobile, formulata dall'Agenzia del territorio (ex Ute) su richiesta del Comune, sia proponendo in alternativa un'acquisizione in locazione anziché in acquisto.
Dopo circa dieci anni di trattative, e dopo aver realizzato l'intera struttura con le caratteristiche richieste dai rappresentanti degli enti facenti parte della citata commissione, la società ricevette nel marzo scorso comunicazione che non c'era più interesse né per l'acquisto né per la presa in locazione dell'edificio, per problemi amministrativi conseguenti alle disposizioni della legge Finanziaria 2006, e che nulla impediva, per quanto di competenza dell'assessorato al Patrimonio del Comune, un eventuale cambio di destinazione d'uso dell'immobile, cosa che venne richiesta con la presentazione delta variante in corso d'opera del 20/03/2006.
Domandiamoci ora: Cosa avrebbe dovuto fare una società, avendo investito svariati miliardi delle vecchie lire e trascorsi oltre dieci anni dall'inizio dei lavori, se non chiedere al Comune, in luogo di un congruo risarcimento per i pesanti danni subiti, quanto meno la possibilità di ritornare a realizzare quanto previsto nella concessione originaria, che la medesima società non aveva mai chiesto di modificare?
E' utile rammentare che la stessa società, già in altre occasioni, si è adoperata per ristrutturare e trasformare edifici in stato di totale rovina, come ad esempio, l'ex "Mulino Parenti" in viale Trento, trasformato nel Balletti Palace Hotel, struttura alberghiera a quattro stelle, contribuendo allo sviluppo occupazionale e di promozione turistica verso la città di Viterbo.
Questi sono i fatti avvalorati e supportati da documenti che possono essere esibiti in qualsiasi momento.
Tutto ciò viene detto non certo con presunzione, ma con spirito di serena collaborazione, cosa questa che è sempre stata la regola alla quale sono stati improntati i rapporti tra la società Rondine e gli enti pubblici locali interessati alla vicenda.
Società Rondine