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Il sindaco Gabbianelli
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Riceviamo e pubblichiamo
- Al sindaco Gabbianelli,
Sono un giovane cittadino di Viterbo di 25 anni e approfitto della sua disponibilità per sollevare il tema del disfacimento di uno dei patrimoni mondiali dell’arte: il quartiere di San Pellegrino.
Una delle mie curiosità, “in primis”, è sapere quando è stata l’ultima volta che lei si è recato nel quartiere medievale a fare la classica passeggiata domenicale.
Senza dubbio gli impegni di una carica importante come la sua, la privano di piaceri semplici come quelli di una camminata: ma perché non impiegare il tempo di una sola giornata ogni mese per visitare San Pellegrino e rendersi partecipe della vita, che pur molto lentamente, procede tra i viottoli medievali.
Le scrivo con il cuore in mano, non per me, ma per mio padre e per tutti quei padri che hanno passato una vita all’ombra dei proferli in piazza San Pellegrino e che ora, a più di mezzo secolo di distanza, si ritrovano nel quartiere aprendo nuove attività sia per dare sfogo alle proprie capacità artistiche, ma soprattutto per donare quel lustro che tale zona del centro cittadino non ha mai posseduto.
Mi rivolgo a lei, in qualità di primo cittadino, come se mi rivolgessi agli altri 60mila cittadini che della magia che San Pellegrino sa regalare non conoscono nulla; la cittadinanza viterbese tale zona la vive e apprezza solamente per la festività del primo Maggio quando le vie medievali si vestono di fiori.
Ritiene logico ed eticamente accettabile che i nostri concittadini, circa san Pellegrino, non conoscano neppure i nomi delle piazze, delle vie, delle fontane, dei palazzi?
Ritiene giusto che una donna, una giovane o una signora anziana debbano temere di camminare da sole per la strade di tale quartiere, o che i turisti siano costretti a dirottare la propria attenzione su altre zone del centro, come via Marconi o Corso Italia, perché a San Pellegrino non è presente alcun negozio di souvenir?
Credo che in una città in cui tristemente appaiono sempre più scritte politically no correct ad imbrattare i muri, o i cui giovani cittadini conoscano San Pellegrino solo per la presenza di alcuni locali in cui è facile poter trascorrere una serata con pochi euro ma che aumentano il degrado nella zona più centrale della città, sia giusto poter incentivare le scuole, fin dalle primarie, a conoscere la storia della nostra città che è nata e cresciuta intorno a San Pellegrino.
Sia giusto studiare un piano di preservazione e risanamento di tale zona con l’ampliamento del numero di attività commerciali e ripristinando alcuni eventi come la fiera dell’antiquariato o il mercatino domenicale e, perché no, il mercatino natalizio.
Sia fondamentale, come lo è per ogni vero centro turistico, agevolare il turismo con visite guidate (ben organizzate e pensate) a San Pellegrino.
Ogni città con una importante storia alle spalle fonda la propria immagine sullo sfruttamento del quartiere più antico, e Viterbo, che possiede uno dei quartieri medievali più belli al mondo, perché non riesce a fare altrettanto?
Le assicuro che non scrivo per me ma per tutte quelle persone che credono nella magia che solo il fascino di un quartiere come San Pellegrino può suscitare nella sensibilità di tutti quei visitatori che vorrebbero saperne e apprezzarne di più sulla storia e la vita del nostro quartiere medievale.
La ringrazio infinitamente per la disponibilità e non dubito di una sua risposta e di una soluzione più o meno celere a tale, mi creda, importante problema.
Cordiali saluti
Alessio Lanzi