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Eleonora Bedini a Belcolle
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- Era giunta a Belcolle, la sera del trenta aprile, con un avambraccio tranciato da una lama e con il serio pericolo di amputazione. A poco più di un mese da quel terribile giorno, dopo tre operazioni, è ritornata a piegare le dita e a muovere il polso.
E’ la storia di Eleonora Bedini, 23 anni. Un sorriso radioso stampato su un volto simpatico, ma allo stesso tempo un bel caratterino.
Mentre si sottopone alla terapia riabilitativa, chiede quando ritornerà ad avere un uso ottimale dell’arto. Anche questa forza d’animo ha contribuito alla realizzazione di un mezzo miracolo.
Un reimpianto delicatissimo il cui esito positivo è stato reso possibile grazie alla collaborazione e al reciproco sostegno di quattro equipe di medici i quali, rigettando qualsiasi forma di protagonismo, hanno messo al centro delle loro attenzioni il bene primario della paziente.
“Eleonora racconta Antonio Castagnaro, direttore dell’Unità operativa di Chirurgia della mano è giunta da noi in condizioni disperate.
Mentre si trovava a lavoro, una lama le aveva praticamente tagliato l’avambraccio sinistro e, con questo, tutti i tendini, i nervi e i vasi sanguigni. In pratica, in assenza di circolazione, la mano non aveva alcun segno vitale”.
Subito si è formata una task force composta dallo stesso Castagnaro e da Domenico Alberti (Chirurgia vascolare), Alberico Paoletti (Anestesia e rianimazione), Mariano Ortenzi e Enrico Pofi (Angiografia e Radiologia interventistica).
Con loro le rispettive equipe. Eleonora è stata sottoposta a un primo intervento, due ore dopo il suo arrivo presso il nosocomio viterbese, al termine del quale sono stati riattaccati i tendini e i nervi, e saturate le arterie.
Due giorni dopo si è reso necessario un secondo intervento da parte del dottor Alberti per l’introduzione di un bypass nelle arterie recise con un vena presa dalla gamba.
“Anche in questo caso spiega Alberti il lavoro di squadra è stato determinante con i radiologi che hanno individuato prontamente uno spasmo vascolare risolto con l’inserimento di un cateterino.
Queste due operazioni sono durate in tutto sedici ore e, quindi, il supporto dei medici anestesisti è stato fondamentale”. Superata la fase critica, Eleonora è stata sottoposta a un ultimo intervento di chirurgia plastica attraverso il quale della pelle necrotica del braccio è stata sostituita con della pelle sana.
“Devo ringraziare proprio tutti dice la ragazza , caposala e infermieri compresi. Loro, in particolare, sono stupendi, non mi hanno lasciata mai sola”. Questo piccolo contrattempo, ormai lo si può definire così, ha contributo a dare un nuovo senso alla vita di Eleonora.
“Ho deciso dice che voglio ricominciare a studiare proprio nel campo della medicina. Mi piacerebbe diventare un’infermiera, un’ostetrica per la precisione”. La ragazza ha ricevuto anche la visita del direttore generale della Asl, Giuseppe Aloisio, il quale le ha espresso tutto il compiacimento relativo a questa scelta.
“Non vedo l’ora le ha detto di vederti parte integrante della nostra famiglia”. Rispetto all’incredibile lavoro svolto dalle quattro equipe di medici che si sono occupate del caso, Aloisio commenta: “Abbiamo già superato da un bel pezzo nella nostra Asl la logica delle Unità che operano per compartimenti stagno.
Solo mettendo insieme le competenze, le professionalità, le ricchezze anche umane, si riescono a raggiungere questi livelli altissimi di standard qualitativi.
Mi congratulo con tutti quanti si sono spesi per ridonare a Eleonora quello splendido sorriso che ha colpito tutti noi, appena l’abbiamo conosciuta”.