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La firma dei decreti di nomina e l'accettazione
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- “La Provincia aveva bisogno di un assessore al Bilancio e non di uno che di volta in volta sostituisse il direttore generale, il segretario o addirittura il presidente”.
Ecco perché Alessandro Mazzoli ha revocato la delega a Ugo Gigli. Troppa tensione nei rapporti in giunta e non solo. Stamani il presidente, presentando i nuovi assessori Aldo Fabbrini (Bilancio e Istruzione al posto di Gigli) e Antonio Rizzello (Lavori Pubblici in sostituzione di Mazzola), ha dato la versione ufficiale, affrontando di petto la situazione nello spiegare come si è arrivati al rimpasto.
Tutta colpa di un malessere che in giunta e in maggioranza, regnava da tempo contro Gigli.
“Quella che lui sottolinea Mazzoli definisce un’attività di controllo dall’alto della sua esperienza, si è rivelata un freno in diverse circostanze. Io voglio governare”.
Quando si dice che la misura è colma. “Perché è una situazione continua che si trascina da un anno e mezzo. E’ venuto meno il rapporto di fiducia di presidente, giunta e maggioranza, verso Gigli”.
Troppe differenze. “Ad esempio sulla questione rifiuti precisa il presidente la sua posizione era diversa, a favore del termovalorizzatore”. Esempio non proprio calzante, visto che nella stessa Margherita ci sono posizioni differenti sul tema.
In ogni caso, meglio allontanare l’assessore “rompiscatole”. Che forse era riuscito a entrare in giunta nascondendo un caratteraccio che con i mesi è venuto fuori.
E meno male che è andata così. Chissà che avrebbe fatto il centrosinistra, se avesse conosciuto il vero Gigli.
Avrebbe fatto a meno del suo sostegno, senza il quale Mazzoli non avrebbe potuto vincere? “So bene che senza di lui continua Mazzoli non ce l’avremmo fatta. E sono stato io stesso a volerlo in giunta, vincendo diverse resistenze. Ma lo ho chiamato per governare. Il riconoscimento politico non è a prescindere”. Il presidente si è stancato di fare da paciere.
Poi c’è un altro elemento. Palazzo Gentili è contro il lavoro precario e anche part time, a cominciare dai suoi assessori. Ai quali chiede un impegno a tempo pieno.
“Non oggi ricorda Mazzoli ho sollevato il problema con Gigli. Lui ne ha preso atto, ma non ne ha mai voluto trarre le conseguenze, quindi l’ho fatto io”. Avrebbe dovuto rinunciare all’incarico che ricopre nell’Ater. Non lo ha fatto ed è stato dimesso.
Così a Palazzo Gentili si solleva un altro problema. Quello dei doppi ruoli. Tre assessori hanno anche altri incarichi, Trapè, Cappelli e Picchiarelli. Ci rinunceranno? I primi due pare di sì. E se qualcuno dovesse non adempiere?
Intanto, ai neo incaricati Fabbrini e Rizzello, il compito di raccogliere l’eredità di chi li ha preceduti. “E’ un incarico importante dice Fabbrini per il quale mi dimetterò da capogruppo in Comune, per il ruolo di consigliere, invece, lo stabilirà il partito”. Qualora dovesse farlo, al suo posto entrerebbe a Palazzo dei Priori, il segretario comunale Francesco Ciprini.
Entra in Provincia, invece, al posto di Rizzello Elvise Creta. “Proseguirò anticipa Rizzello sul binario del lavoro portato avanti da chi mi ha preceduto, Piazzai e Mazzola. Spero di essere all’altezza del compito”.
Al suo posto, per favorita, fino a ieri pomeriggio, era data Giulia Arcangeli. Senza nulla togliere a Rizzello, si sarebbe trattato di un segnale importante, mettere ai Lavori Pubblici un ingegnere.
Con un altro aspetto non secondario. Un’amministrazione molto sensibile alle pari opportunità, avrebbe avuto almeno un assessore donna. Invece la scelta è stata diversa.
“Il nome di Giulia Arcangeli spiega il presidente Mazzoli è autorevole. Ma Rizzello in questa fase dell’attività amministrativa rappresenta una continuità del lavoro svolto finora.
Abbiamo due anni davanti a noi. La vittoria di un nostro assessore a Tarquinia è un segnale importante, che dobbiamo cogliere per ridare slancio alla nostra attività, adesso possiamo procedere speditamente”.