- Notevole l'impegno dell'Università della Tuscia in Algeria. Sono stati attivati 2 progetti di collaborazione di cui uno gestito da Riccardo Valentini (DISAFRI) e uno da Andrea Vannini (DIPROP).
Nell'ambito del progetto di cui è responsabile il Prof. Valentini il DISMA vengono svolte alcune ricerche specifiche. In entrambi i casi sono previste scambi di ricercatori e professori tra le istituzioni coinvolte nei progetti. In particolare nel progetto curato dal professor Andrea Vannini e dalla dottoressa Anna Maria Vettraino, i ricercatori algerini (Dott.ssa Abed Radila, Dott.ssa KHELAFI Hafida, Dott.ssa BESSEDIK Radila) verranno a svolgere uno stage nell'ambito di una ricerca di grande rilevanza promossa dal Ministero degli affari Esteri e della Repubblica Italiana. Il progetto ricade nell'ambito dell'accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Algerina per gli anni 2006-09.
In particolare si studia la malattia del Bayoud , causata da un fungo. Questa è la minaccia principale nella gestione dei palmeti dell'Africa del nord. Si stima che in alcuni casi negli ultimi 40-50 anni la superficie coltivata a palmeto si è ridotta del 60%, lasciando spazio ad un inesorabile processo di desertificazione.
La Dott.ssa Abed Fadila svolgerà un seminario dal titolo "préservation du palmier dattier:Situation du bayoud et moyen de lutte en Algérie" che si svolgerà presso la sala blu della Facoltà di Agraria il 25 giugno 2007, ore 10.30.
Il progetto coordinato dal professor Riccardo Valentini promosso dal Ministero degli affari Esteri e della Repubblica Italiana si effettua una valutazione del potenziale d'assorbimento di carbonio di un ecosistema delle oasi in Algeria. L'obiettivo è valutare la possibilità di effettuare attività di riforestazione per la protezione e il recupero delle oasi del Sahara algerino inserendo questa attività nei meccanismi per la riduzione della presenza di gas a effetto serra definiti dal Protocollo di Kyoto.
Attività di questo genere sono di interesse strategico per il settore energetico italiano nel processo di raggiungimento degli obiettivi definiti dal Protocollo stesso.
Una conferenza dal titolo Les instruments juridiques de la mise en valeur de l'eau et des terres en Algérie: cas de Brézina" vedrà relatore il prof. Mohamed BENSLIMANE Aula rotonda DISAFRI il 20 giugno 2007, Facoltà di Agraria, ore 15.30. Inoltre c'è un altro progetto, il progetto “ foggaras” mirato a intensificare in Algeria, la desertificazione e della diffusione delle conoscenze tradizionali per lo sfruttamento delle risorse idriche.
La denominazione del progetto deriva dal termine arabo foggara utilizzato in Algeria per definire le gallerie sotterranee, ampiamente diffuse nelle aree del deserto, capaci di drenare le acque di una falda freatica e di condurle verso le oasi.
L'unità di ricerca del Dipartimento di Scienze del Mondo Antico dell'Università di Viterbo (DISMA), costituita da archeologi e coordinata dal prof. Stefano De Angeli, si interessa in particolare dell'analisi del processo storico intorno all'origine e ai modi di diffusione già in età antica di tali gallerie drenanti nell'Africa settentrionale, dall'Egitto persiano e poi ellenistico-romano, al Fezzan dei Garamanti in Libia, all'Algeria e alla Tunisia di età romana e quindi, a partire dall'età medievale, tramite la denominazione araba alle zone desertiche dell'Algeria e della Tunisia e al Marocco.
Tra gli obiettivi l'analisi dei sistemi idrici drenanti egiziani - noti con il termine di qanat - presenti nelle oasi del deserto occidentale nel quadro della diffusione della tecnica idrica in epoca antica da est verso ovest, dall'Egitto persiano alla Libia dei Garamanti, in Algeria e in età medievale al Marocco.
Il prof. De Angelis terrà un seminario sulla diffusione dei sistemi idrici drenanti in Africa settentrionale, tra età antica, medievale e moderna: il caso dell'Algeria.. Mercoledì 20 giugno 2007 ore 16.00 - Aula Rotonda DISAFRI - Facoltà di Agraria.