- La notte a Mazzoli non ha portato consiglio. E quello convocato ieri pomeriggio è saltato.
Probabilmente la maggioranza non ha passato la nottata insonne cercando di ricucire la frattura che si è creata con Rifondazione, così gli uomini dell’assessore Picchiarelli in sala non c’erano, il presidente Mazzoli nemmeno, molti gli assenti tra le fila della maggioranza, tanto che dopo il secondo appello il segretario ha decretato lo sciogliete le righe.
Tutti a casa. Compresi quei dieci presenti, gran parte dei quali della maggioranza.
Effetto rimpasto. Se Gigli era davvero un guastafeste quando sedeva in giunta, in qualche modo sta continuando anche da esterno nella sua operazione.
Troppo alto il rischio di fare il bis rispetto a quanto visto lunedì, con la maggioranza sotto scacco e Mazzoli lasciato da solo a prendersi le critiche per il rimpasto.
Con i consiglieri di centrodestra che uno dopo l’altro sono intervenuti, senza che dalla maggioranza qualcuno si fosse preoccupato di programmare un intervento, almeno per provare a ribattere, in modo da non arrivare dopo tutti quelli della minoranza. Ovvero oltre il tempo massimo.
Meglio la ritirata strategica. “Al primo appello dice Santucci (Udc) - c’erano quattro consiglieri di maggioranza, al secondo altri quattro. Ho chiesto lumi sul perché di questa strana alternanza”. Insieme, il numero legale ci sarebbe stato.
Ma a quale prezzo si sarebbe potuta tenere una seduta che avrebbe spinto ancora di più la maggioranza in una palude da cui già così è difficile risollevarsi?
Con Rifondazione fuori della porta e con alleati come l’Udeur critici verso Mazzoli, c’è chi vede come possibile uscita dalla crisi, un altro cambiamento nella compagine di governo a Palazzo Gentili.
Dopo Gigli e Mazzola, sarebbe la volta di Di Meo (Comunisti Italiani). Cedendo le deleghe dell’assessore a Rifondazione Comunista, forse in Provincia si augurano di poter ritrovare quel minimo equilibrio che consentirebbe di andare avanti.
E in sala ieri c’era già chi scherzava con lo stesso Di Meo, garantendogli solidarietà e un intervento in aula, nel caso in cui le voci dovessero trasformarsi in qualcosa di più concreto.
“Ormai non ci stupiamo più di nulla osserva Bruni (An) stanno solo occupando posizioni di potere e non importa come. E se entro lunedì, quando è convocato un consiglio sui rifiuti, Rifondazione sarà rientrata nei ranghi ottenendo un assessorato, la cosa non ci sorprenderebbe. Si stanno distinguendo per questo”.
E Battistoni lo incalza: “Ma anche precisa per avere aumentato le spese di gestione dell’ente”.
Più dimesso nel gruppo dei consiglieri di minoranza, Cuzzoli (Fi). Sembrerebbe che l'intervento di ieri contro il presidente, gli possa costare una querela.
E mentre in sala alla spicciolata i pochi presenti se ne vanno, tutti concordano su un punto: “In Provincia non c’è una maggioranza”. Ieri no di certo.