- Grazie ad uno studio elaborato da alcuni ricercatori della facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dell’Università della Tuscia di Viterbo è emerso che le rane della zona di Acquapendente sono malate.
La notizia non sarebbe tanto sconvolgente se non fosse che questi anfibi, che stanno scomparendo lungo le coste dei mari, sono campanelli d’allarme per i “potenti del Mondo” che potrebbero fermare gli agenti che stanno modificando il clima.
Le rane della zona di Acquapendente, tutte di un’unica specie, sono aggredite da un parassita che non lascia loro scampo.
Gli scienziati che stanno studiando il fenomeno escludono categoricamente qualsiasi forma di inquinamento ambientale, e non poteva essere altrimenti in una riserva naturale, mentre puntano decisamente il dito contro il cambiamento del clima.
"Le rane sono malate - dice il professor Giuseppe Nascetti dell’Università di Viterbo - per l’innalzamento della temperatura.
Il parassita che le ha colpite e che le ha rese quasi irriconoscibili si è sviluppato durante l’inverno. La mancanza delle basse temperature ha impedito alle rane di sviluppare particolari anticorpi che avrebbero aumentato le naturali difese contro questo parassita. Da qui il suo progressivo sviluppo fino alla malattia conclamata".
Dunque questi anfibi sono vittime dei mutamenti climatici in atto. Ed allora scienziati e ambientalisti lanciano l’ennesimo grido d’allarme contro ogni agente che interviene a cambiare il clima.
Anche se questa parte della Tuscia è una delle più belle e meglio conservate dal punto di vista ambientale, risente dei danni che avvengono in altre zone anche se lontanissime da Acquapendente.
“Questo naturalmente è un problema generale- ha sottolineato il professor Giuseppe Nascetti- che potrebbe essere risolto solo con un brusco cambiamento di tendenza da parte delle nazioni.
Il fenomeno delle malattie che stanno colpendo numerosi anfibi è allarmante. Stanno scomparendo specie prima diffusissime e che erano assai utili all’ambiente”.