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Il ministro Fioroni
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- Tempo di maturità e tutta la famiglia Fioroni finisce per raccontarsi sulle colonne dei giornali.
Così non mancano lanci Ansa con i ricordi e le opinioni dei vari membri della famiglia.
"La mia maturità? Iniziò con una gaffe - racconta Fioroni -. Era uscito per la prima volta Latino e a me fu chiesto di portarlo come prima materia.
E' vero che ero un secchione, ma affrontare il latino al 'Ragonesi' non era impresa facile.
Tanto che dal nervosismo iniziai a fumare. E, quella mattina, entrando nel cortile del liceo, probabilmente a causa della tensione, fui preso da un'irrefrenabile voglia di sigarette, ma non ne avevo con me.
Dopo un po', arrivò una Renault 4 guidata da un giovane che, appena sceso dall'auto, aprì un pacchetto di sigarette e si mise a fumare. Io lo scambiai per uno studente e gli chiesi di offrirmene una. Mi passò la sigaretta.
Mi chiese se avessi timore d'affrontare la maturità. Gli risposi di no. Ma gli spiegai d'essere preoccupato perché avevo saputo che il presidente della commissione aveva fama di essere di sinistra. Troppo di sinistra per i miei gusti. Dopo scoprii che il presidente della commissione era proprio quel giovane al quale avevo confessato di essere preoccupato per le sue posizione politica troppo a sinistra".
L'esame, come ricorda Fioroni, andò a parare su Sant'Agostino, una sua vecchia passione.
"Agli orali il presidente della commissione 'troppo di sinistra' mi interrogò a lungo su Sant'Agostino - ricorda il ministro - , uno dei miei autori preferiti. Capì che avevo davanti un galantuomo e, sebbene di sinistra, un profondo conoscitore di Sant'Agostino. Imparai così che i professori svolgono con scrupolo e dedizione il loro lavoro, anche quando incontrano uno studente prevenuto. E ricevetti una bella lezione".
Fin qui il raccontino del ministro, che si dimentica di ricordare che il Ragonesi veniva considerato, in quegli anni dagli studenti del liceo statale "Ruffini", un liceo semplificato per chi proprio non riusciva.
Certo non tutti gli studenti del Ragonesi erano stati stoppati al liceo statale, ma insomma.
La scelta per la scuola privata per il giovane Fioroni puntava probabilmente a una formazione strettamente cattolica. Ma insomma, era sempre una scuola per signorini benestanti. Nulla a che vedere con il liceo vero.
E poi la formazione, mentre sul piano umanistico poteva andare, sul piano scientifico qualche problemino doveva averlo, se il ministro non riesce ancora oggi ad avere alcuna dimestichezza con Internet.
Insomma una formazione per signori, per chi ad ogni piè sospinto cita il grande nemico dei signorini: Don Milani.
I giornali non si fanno mancare nulla e nella giornata della maturità perfino il figlio del ministro, Marco, fa notizia e così si viene a sapere che ha scelto la traccia l'undicesimo canto del Paradiso, quello di San Tommaso. Sempre per continuare la tradizione familiare, anche Marco frequenta la scuola privata, sempre il Ragonesi.
Come dire, sempre lo stesso liceo per signorini.
Infine anche la moglie di Fioroni, Rosetta Piergentili, insegnante al liceo socio-pisco-pedagocico, fa sapere che le tracce sono buone.
"Ho trovato le tracce dei temi e dei saggi brevi alla portata delle mie studentesse. Ho visto che non hanno avuto difficoltà ad entrare negli argomenti - spiega - . Ritengo che sia stata fatto una buona scelta".
I lettori possono tirare un respiro di sollievo tutto ok per la maturità nella famiglia Fioroni. Ora possono dormire sonni tranquilli.
E ricordate: se volete fare il ministro delle Pubblica istruzione cercate di frequentare un liceo semplificato.