- Ricordate le fastidiose irritazioni di cui soffrivano i bagnanti del lago di Vico la scorsa estate? La causa rimase incerta e nonostante le decine di persone che ricorsero alle cure dei sanitari non si seppe individuare l’origine delle irritazioni.
Si formularono diverse ipotesi: alghe, inquinamento da diserbanti, prodotti chimici usati per l’agricoltura ed altro ancora. Niente di tutto questo.
Un giovane ricercatore dell’Università della Tuscia (che si paga l’attività di ricerca lavorando come fotografo), ha scoperto tutto.
E per questo ha ricevuto un premio dal Rotary Club Viterbo Ciminia insieme con un’altra giovane ricercatrice sempre dell’Università di Viterbo che ha studiato, sotto il coordinamento del professor Giuseppe Nascetti, le rane verdi come nuovo bioindicatore delle condizioni delle acque del lago di Vico.
Paolo Cipriani, così si chiama il primo ricercatore laureato in Scienze Ambientali presso la Facoltà di Scienze Matematiche e Fisiche Naturali dell’Università della Tuscia, ha scoperto, grazie all’analisi del DNA, che è un verme parassita (Trichobilharzia franki) che si annida nelle anatre a contagiare l’uomo.
Le anatre che sono nel lago di Vico sono portatrici di questo parassita che prima si sviluppa nelle lumache di acqua dolce poi si va a trovare una “casa” nell’intestino delle anatre passando attraverso la loro pelle.
Nella sua ricerca prova ad aggredire anche la pelle umana, ma questa è assai più resistente di quella dei volatili avendo un sistema immunitario che non gli consente di entrare.
Tuttavia l’aggressione del parassita anche se non va a buon fine, riesce a provocare arrossamenti e pruriti fastidiosi e bollicine.
Questo, secondo gli operatori turistici del posto, ha creato un certo danno dal momento che, soprattutto i bambini, non si bagnano più nelle acque del lago. Quali potrebbero essere allora i rimedi.
Come indica anche il professor Giuseppe Nascetti, oltre ad una azione di informazione ai turisti, come avviene in altri Paesi europei, si potrebbero trasferire in altre zone le anatre domestiche dove si annidano i parassiti, portandole magari in cortili, casolari di campagna e in altri specchi d’acqua dove comunque non ci sono persone che si gettano in acqua per un bagno. Ma questo dovrebbe essere deciso di comune accordo con gli enti locali.
L’altra premiata dal Rotary Club Cimino è Laura Passatore, anche lei laureata in Scienze Ambientali all’Università di Viterbo e collaboratrice del professor Giuseppe Nascetti, che ha studiato le rane verdi. Queste presentano tratti di sofferenza in corrispondenza di alcuni tratti del lago di Vico dove i segni dell’impatto ambientale sono più evidenti per l’uso di pesticidi, diserbanti usati in agricoltura e per la presenza pesante di attività turistiche.
“Non che il Lago di Vico stia male, tutt’altro, anzi le sue condizioni-spiega il professor Nascetti- sono buone. Ma 20 anni fa erano proprio ottime”. Allora che si può fare? C’è un progetto elaborato proprio dallo stesso professore, che è ben articolato per allontanare in modo sostanziale il pericolo inquinamento dal Lago di Vico.
Potrebbe anche essere finanziato con fondi europei del LIFE-PLUS disponibili per questi scopi. Il progetto dovrà essere presentato dai Comuni interessati, dalla Riserva Naturale insieme alla Regione. “Insomma -dice Nascetti- occorrono ferma volontà, e tenacia per evitare danni ad uno dei laghi più belli ed incontaminati della nostra regione”.