- L’artigianato deve investire di più nella formazione del capitale umano e nell’innovazione, per consolidarsi coerentemente con le vocazioni del territorio. Cogliendo l’occasione dei distretti che si sviluppano per rilanciare la tradizione produttiva della ceramica, per dare impulso alla filiera agroalimentare e alla ruralità, così come dei progetti per la promozione del turismo, primo fra tutti quello per la valorizzazione dell’antico percorso della Via Francigena.
A porre l’accento sulla necessità che il comparto ingrani una nuova marcia, è stato, ieri sera, Adalberto Meschini, segretario della Cna, affiancato dal vicepresidente Luigi Cola, nella riunione della direzione provinciale dell’associazione, convocata presso la Camera di Commercio per analizzare il 7° Rapporto sull’economia della Tuscia Viterbese pubblicato, il mese scorso, dall’Osservatorio Economico Provinciale insieme con l’Istituto Guglielmo Tagliacarne.
I dati sull’andamento dell’artigianato nel 2006 evidenziano un tasso di sviluppo del 3,2 per cento.
I numeri sono stati presentati da Francesco Monzillo, responsabile dell’Ufficio Studi e Statistica dell’Ente camerale, invitato a tenere la relazione introduttiva. 8.310 le imprese artigiane registrate nell’Albo: 772 le nuove iscritte, 504 quelle che hanno cessato l’attività, con un saldo positivo di 268, da attribuire soprattutto al settore dell’edilizia. Quest’ultimo, che conta 3.810 aziende (il 45,84 per cento sul totale), ha visto ben 422 ingressi e 210 cancellazioni, incassando un + 212 imprese. Interessante l’incremento delle società di capitale (in tutto, 202, con 38 iscrizioni e 10 chiusure nel 2006), pari al 13,9 per cento.
Numeri positivi, dunque. Ma Meschini non ha nascosto le preoccupazioni, avvalorate dal fatto che, per la prima volta dopo dieci anni, a livello nazionale, nel primo trimestre 2007 si è rilevato un saldo negativo nel movimento anagrafico delle imprese artigiane. “Proprio questa mattina -ha detto il segretario della Cna- la Commissione Provinciale per l’Artigianato di Viterbo ha dovuto registrare 50 iscrizioni e 100 cancellazioni.
Un campanello d’allarme, perché in questo periodo dell’anno il numero delle imprese che aprono è sempre superiore a quello delle cessazioni.
A ciò si somma il fatto che la Tuscia è tra le province con un più elevato indice di mortalità delle aziende artigiane nei primi anni di vita. Non solo.
Come abbiamo già denunciato, anche con un appello rivolto ai sindaci, i fenomeni dell’abusivismo e del sommerso si stanno intrecciando con quello delle finte imprese, cioè di un numero sempre maggiore di soggetti che si dichiarano imprenditori artigiani e invece si configurano come semplici fornitori di prestazione occasionale di manodopera, non possedendo neppure le attrezzature necessarie per svolgere le attività”.
“Una situazione pesante, tanto che -ha annunciato Meschini- nella riunione di stamani la Commissione ha invitato il presidente, Luigi Cola, ad intervenire presso il Prefetto, perché sull’argomento sia convocata una riunione con tutti gli Enti competenti, con l’obiettivo di intensificare, mirandoli e rendendoli più efficaci, i controlli”.
Il comparto è comunque sano e può migliorare le proprie performance, creando anche occasioni di lavoro qualificate per nuovi profili professionali. “Servono le infrastrutture, la Trasversale e l’aeroporto, innanzitutto. Ma serve anche lavorare tanto sulla formazione, sulla ricerca, sull’aggregazione imprenditoriale, per imprese solide e competitive nei mercati internazionali.
E’ una sfida che già abbiamo raccolto. Per affrontarla, abbiamo oggi uno strumento importante, rappresentato dal Testo Unico per l’Artigianato approvato una settimana fa dal consiglio regionale del Lazio”, ha rimarcato Meschini, concludendo con l’invito a partecipare al convegno che, sulla nuova legge, l’associazione ha promosso per il 2 luglio a Viterbo.