|
Ricci e Fortuna
Copyright Tusciaweb |
Riceviamo e pubblichiamo
- Appena giunti ad amministrare la Provincia la prima cosa che abbiamo riscontrato è stata la situazione disastrosa sul profilo dell’accessibilità agli atti che ereditavamo.
E’ prerogativa dei consiglieri provinciali la funzione di controllo, innanzitutto sui movimenti di denaro.
A noi consiglieri spetta votare il bilancio e siamo noi a delegare chi di dovere a gestire le somme iscritte nella contabilità dell’ente.
L’unica garanzia che abbiamo sulla corretta gestione del denaro della gente, consiste appunto nella possibilità di verifica.
La legge in materia parla di “immediata accessibilità agli atti” a tutti gli atti e senza riserve che non siano previste dalla legge stessa.
Ebbene a due anni dal nostro avvento dell’Unione in Provincia, in materia di trasparenza gli uffici continuano ad operare come si faceva sotto il centrodestra.
Come già detto solo la segreteria generale risponde ai dettami della legge, i dirigenti fino ad oggi non ne vogliono sapere…
Non è possibile consultare tramite la rete intranet la posta in uscita degli assessorati e ciò costituisce un illecito amministrativo.
Questa situazione vergognosa riguarda tanto la Provincia quanto il comune capoluogo, l’autoreferenzialità dei tecnici evidentemente si impone e la politica dov’è?
Quel che ancor più ci preoccupa è l’impossibilità di avere una visione immediata, corretta e puntuale delle determine, ovvero degli atti emanati dai dirigenti circa le spese sostenute dai rispettivi settori.
Le spese fiduciarie, ovvero quelle fatte a discrezioni dei dirigenti, senza l’obbligo di passare per normali gare d’appalto, ammontano complessivamente a milioni di euro.
Si capisce dunque quanto sia grave che ancora oggi, come quando c’era la destra, non vi sia un registro ordinato, con numerazione consequenziale e completo delle determine.
Non è possibile altresì superare la mancanza di trasparenza e di immediatezza nel materiale cartaceo attraverso le reti informatiche. Ciò avviene a scapito della legge, che per altro finanzia lautamente gli enti locali per adempiere ai propri obblighi di accessibilità agli atti.
Avete mai sentito parlare nei telegiornali di penne a sfera pagate 4 euro l’una, di sedie e banchi costati alla pubblica amministrazione come scranni del ‘700? Beh, quelle sono le cosiddette spese “ordinarie”, ovvero la tipologia di spesa sulla quale esigiamo tutta la trasparenza prevista dalla legge.
Se oggi un cittadino chiedesse se non vi sia traccia di operazioni “losche” in Provincia o negli enti subordinati, sinceramente, nessuno di noi consiglieri potrebbe rispondere di no senza cadere in una colpevole faciloneria.
Mancando la dovuta trasparenza non si potrebbe escluderlo, e questa situazione, oltre che essere grave sotto tutti gli aspetti, è generata da un illecito amministrativo consolidato e perdurante.
O la politica riassume il suo ruolo rispetto alle funzioni dirigenziali, oppure il gruppo di Rifondazione Comunista si avvarrà volta per volta dei poteri che la legge gli assegna, ovvero investire del problema le forze dell’ordine e la Procura della Repubblica.
Questo tema è per noi centrale nella attuale verifica in Provincia, stessa cosa è doveroso accada in tutti gli enti locali a cominciare dal comune capoluogo.
Partito della Rifondazione Comunista/ Sinistra Europea
Gruppo Consiliare alla Provincia di Viterbo