- Ha preso il via ad Acquapendente il progetto pilota “Orto di San Francesco”, che prevede la realizzazione di una filiera agro sociale, attraverso la riqualificazione di spazi urbani a originaria vocazione agricola con l’impiego di soggetti svantaggiati.
All’interno di un programma più ampio definito “Natura in città”, realizzato dai tecnici Grazia Bellucci e Rossana Giannarini, per il recupero delle aree verdi urbane e periurbane, il Comune di Acquapendente ha deciso di finanziare questa fase di progetto pilota all’Orto di San Francesco per il suo alto valore etico, sociale e ambientale.
L’obiettivo, infatti, è quello di prendere un’area da anni abbandonata, come l’orto esistente all’interno del complesso conventuale di San Francesco, e ripristinare la zona verde e produttiva riportando gradualmente l’orto alle sue caratteristiche colturali proprie del periodo dei frati francescani.
L’aspetto etico e sociale è caratterizzato dall’impiego lavorativo di soggetti tecnicamente definiti svantaggiati, che coltivano il terreno con la guida e l’assistenza di volontari anziani che trasmettono i loro saperi sulle colture tradizionali. Inoltre, i lavoratori sono assistiti giornalmente da un educatore professionale, dagli assistenti sociali comunale e sanitario, e da uno psicologo.
L’area diventerà un laboratorio formativo dove gli “allievi-contadini” apprenderanno un nuovo mestiere, per poter essere in seguito introdotti nelle aziende che hanno mostrato interesse per l’iniziativa.
Il progetto pilota aquesiano si ispira alle pratiche dell’Orticultura Terapia, uno strumento versatile con un alto livello di motivazione che consente un’ampia scelta di attività e di strutturazione del lavoro individuale e di gruppo. L’Orticultura permette di vedere la realizzazione concreta delle attività svolte, il prodotto finale.
L’addestramento, attraverso l’uso del terreno, può sviluppare o incrementare abilità non necessariamente collegate all’orticultura e risulta valida nel soddisfare le esigenze dei destinatari ad apprendere abilità relazionali e sociali, cognitive e professionali.
All’interno del progetto si prevede l’attivazione di un orto didattico che vedrà il coinvolgimento degli studenti per l’approfondimento delle pratiche col patrimonio demo-etno-antropologico legato all’agricoltura.
Collaborano all’iniziativa la ASL VT1, CIM (Centro Igiene Mentale), la Coop. Tuscia Sociale, l’Azienda Caioli Luca.