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Massera (Uil)
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Riceviamo e pubblichiamo
- Credo che ormai sia evidente, e vada sottolineato, che la sbandierata volontà del primo cittadino di recuperare un rapporto con il sindacato confederale riaprendo il confronto ed il dialogo fermo da anni sia stata solo una uscita estemporanea.
Il sindaco è tornato quello di sempre: dirigista e per nulla incline al dialogo anche in quei casi, come per le società comunali, dove le decisioni da prendere riguardano le sorti di un numero consistente di lavoratori.
Non credo sia utile entrare nel merito delle cause che hanno portato Cev e Francigena allo stato in cui versano attualmente, ma va ricordato con quanta insistenza il sindaco, allora, le volle costituire e come, in virtù del potere derivante dall’essere azionista di maggioranza, ne condizionò gli assetti dirigenziali ed amministrativi.
E proprio nell’incontro di circa un mese fa tra i tanti punti toccati, in quella che sembrava essere una inversione di tendenza nei rapporti tra comune e sindacato, noi della Uil segnalammo al sindaco l’urgenza di avviare al più presto una analisi congiunta sulle società partecipate alla luce delle relazioni dei saggi, che furono dal sindaco citate ma non illustrate, i cui contenuti però filtravano da numerose indiscrezioni riportate puntualmente dalla stampa locale.
Segnatamente ribadimmo la necessità di ricercare congiuntamente ogni possibile soluzione atta a tutelare l’occupazione ed il reddito dei lavoratori impiegati nelle società.
Da allora non soltanto non abbiamo ricevuto alcuna risposta sull’impianto generale del metodo concertativo da mettere in atto, ma ci troviamo ad apprendere dai giornali dell’ennesima accelerazione impressa dal sindaco sulle sorti delle società senza che vengano prese in considerazione i riflessi che tali azioni avranno su decine di lavoratori.
All’indomani di quell’incontro, realizzato dal sindaco con le organizzazioni sindacali, dicemmo che avremmo giudicato il sindaco sui fatti concreti, ed oggi i fatti hanno dato ragione a chi tra noi, maliziosamente, pensava che “il lupo perde il pelo ma non il vizio” e che un’ora di chiacchiere cordiali non potevano cambiare anni di silenzio ed una cultura politica poco incline al dialogo ed al confronto.
Un confronto che tuttavia il comune ed i suoi massimi rappresentanti non possono eludere, perché lo “stato disastroso “ in cui versano le società non può essere scaricato solo sugli amministratori, peraltro nominati dal comune stesso, e perché, al di là delle quadrature dei bilanci e delle relazioni dei saggi, sono coinvolti in questa partita persone in carne ed ossa, gli operai, gli impiegati e i destini dei loro già magri bilanci familiari.
Il segretario della Uil
Marco Massera