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Trapè
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- “Un momento importante per ragionare sulle strategie da seguire per rafforzare il locale mercato dell’olio d’oliva in vista della prossima stagione di raccolta, puntando sull’anello centrale della filiera”.
Così l’assessore all’Agricoltura, Mario Trapè, partecipando al seminario svoltosi ieri alla Domus La Quercia dal titolo “Il frantoio: un progetto per la valorizzazione dei prodotti di filiera”.
“La nostra è una provincia a vocazione agricola, dove la produzione dell’olio extravergine rappresenta uno dei punti di forza dell’economia locale, caratterizzata com’è dal riconoscimento di due Dop, quelli di Canino e della Tuscia spiega l’assessore -.
Un dato significativo se si considera che in Italia di Dop dell’olio ce ne sono solo 35, di cui sei nel Lazio. E al centro della filiera c’è proprio il frantoio, fondamentale anello della catena dove la materia prima viene molita, per poi passare al confezionamento e infine alla commercializzazione”.
Elemento caratterizzante la locale produzione, la qualità. “Le iniziative intraprese sulla tracciabilità del prodotto e l’attenzione per l’etichettatura sono ora le sfide più importanti per rendere il nostro olio ancora più competitivo in un mercato dove la bontà e la qualità sono sempre più ricercate. La Provincia considera l’olio uno dei prodotti cardine del ‘made in Italy’, frutto della tradizione e della cultura del territorio”
“Le attività avviate come assessorato prosegue Trapè hanno sinora dato riscontri in tal senso incoraggianti: la partecipazione a fiere nazionali e internazionali ci ha permesso di far conoscere l’olio della Tuscia a Torino, Trieste, addirittura in Cina, solo per ricordare gli ultimi appuntamenti. Anche la creazione della strada dell’olio di Canino e l’adesione all’associazione nazionale delle città dell’olio sono stati ottimi investimenti che hanno consentito di attirare ulteriore attenzione sulla locale produzione”.
Il trinomio su cui punta Trapè è: olio, territorio e turismo. “Valorizzare i nostri prodotti d’eccellenza significa anche attrarre turisti e dare quindi alla nostra economia un veicolo per crescere. Di qui l’importanza di una produzione attenta a investire sulla qualità, piuttosto che sulla quantità, ma anche di una commercializzazione che tagli i passaggi verso il consumatore.
Tutto questo deve avvenire con il supporto delle istituzioni: l’Università con la ricerca, la Camera di commercio con il marchio, la Regione con i fondi e le misure del Psr (Piano di sviluppo regionale), la Provincia con la divulgazione e la promozione in sinergia con gli altri assessorati, infine i Comuni con lo snellimento della burocrazia”.