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Giovanni Bartoletti
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Riceviamo e pubblichiamo
- A poche ore dalla fatidica decisione del ministro Bianchi, appaiono gravi ed inaccettabili le ingerenze di alcuni noti politici capitolini alcuni dei quali, per il ruolo ricoperto dovrebbero essere super partes - tese a favorire la assurda e rischiosa scelta di Frosinone quale terzo aeroporto del Lazio.
Tali interferenze, trascurano totalmente i giudizi degli organi istituzionali chiamati ad esprimersi dal ministro dei Trasporti, e mettono a repentaglio le basilari regole di sicurezza degli aeroporti che i suddetti pareri hanno, invece, sancito con inequivocabile chiarezza, assegnando a Viterbo il primato di aeroporto più sicuro del Lazio, bollando viceversa, con il più basso dei giudizi l'ipotesi aeroportuale nel frusinate.
Infatti, le note problematiche legate, tra l’altro, alle condizioni orografiche, meteorologiche e di orientamento pista non consentono di realizzare, a Frosinone, uno scalo idoneo a garantire i minimi standard di sicurezza richiesti dall’Organizzazione dell’aviazione civile internazionale.
Per tali motivi l’Ente nazionale dell’aviazione civile ha espresso, a proposito di Frosinone, un pesante giudizio d’inadeguatezza.
Appare, disarmante constatare come, a pochi anni dalla tragedia di Linate, ancora si tratti la materia aeroportuale con una leggerezza che non rispetta nemmeno la memoria di quei tristi eventi.
Il comitato '8 ottobre per non dimenticare" composto dai familiari di tutte le vittime del disastro di Linate, in un recente intervento sulla disputa per il terzo aeroporto laziale, chiedeva a gran voce una scelta tecnica senza ingerenze politiche, in modo che si potesse salvaguardare il basilare diritto alla scurezza degli aeroporti e dei loro utenti.
Ministro Bianchi provi a chiedere ai politici che la tempestano di telefonate, per farle contraddire quanto i suoi tecnici hanno affermato con cognizione di causa, se sono disposti a sottoscrivere insieme a lei l'atto di assegnazione di uno scalo che prevede una scelta da far tremare le vene dei polsi.
Le risponderanno di no.
Le ricorderanno che la competenza è sua, nessuno si vorrà sporcare le mani in questo brutto affare in cui documenti tecnici di evidente chiarezza, sconsigliano, anzi vietano, di costruire una bomba ad orologeria.
Non ci sarà questa volta la possibilità di dire non lo sapevo.
Non ci sarà, come a Linate, la possibilità di prendersela con un controllore del traffico aereo o con qualche dirigente dell’Enac o dell’Enav.
Ministro Bianchi decida serenamente, allontanando con tutta la forza che quei pareri le danno, coloro che per motivi estranei al buon andamento della cosa pubblica, vogliono un’infrastruttura dove è impensabile realizzarla, o almeno si tuteli.
Il presidente del comitato aeroporto di Viterbo
Giovanni Bartoletti