Riceviamo e pubblichiamo - “Aggressione squadrista al consigliere comunale di Forza Italia di Terni, Francesco Ferranti, per aver affisso manifesti contro i campi nomadi. Minacce insulti e percosse”.
Di certo vorremmo leggere di ben altri argomenti, quando alla mattina apriamo i giornali.
E invece, le bravate di qualcuno, ci sottopongono ancora una volta all’insana e barbara monotonia di gesti che hanno una costante fonte di ispirazione: la violenza.
Irrefrenabile, distruttiva, autoritaria, contro chi la pensa diversamente, contro chi accetta le regole del sano e sociale vivere, della discussione democratica a più voci, e proprio per questo è costretto, pare sempre più spesso, a subire chi, quelle regole, non accetta.
Perché davanti a un sereno dialogo si rispecchia di più nella “legge del più forte”, di quello che “alza la voce” e, all’occorrenza, anche “le mani”.
Rimango strabiliato di fronte a quanto accaduto al consigliere comunale Francesco Ferrante, “colpevole” di aver espresso una propria idea in maniera civile e pacifica.
Esprimo la mia più sincera solidarietà e il mio incoraggiamento a Ferrante e a chi, come lui, sostiene le proprie convinzioni.
Ma allo stesso tempo rivolgo a me stesso una domanda che, mi auguro, una democrazia evoluta e istituzionalizzata come la nostra non debba porsi mai: dobbiamo veramente avere paura di dire ciò che pensiamo e di manifestare le nostre idee di uomini liberi?
Davanti a tutto ciò verrebbe da rispondersi di sì.
Ma io voglio continuare a pensare che questi siano solo episodi isolati, anche se purtroppo sempre più ricorrenti, e che i simpatizzanti di quelle ideologie di sinistra, che io personalmente non condivido, abbiano altri strumenti per sostenere le proprie ragioni, soprattutto quando esse parlano di pacifismo e di integrazione culturale, diventati oramai, a mio parere, il cibo preferito di un avido consumismo politico di sinistra.
Senatore Giulio Marini (FI)