|
Santori
Copyright Tusciaweb |
- “Ridurre la scelta della sede del terzo scalo aeroportuale commerciale del Lazio ad una questione di “tifo”, non solo dà la cifra del livello raggiunto dal dibattito aperto sulla vicenda, ma mostra anche, chiaramente, una conoscenza approssimativa dell’argomento, tenuto conto che si tratta di una decisione che implica valutazioni di natura squisitamente tecnica, su cui la discrezionalità ha uno spazio limitato.
A meno che l’obiettivo non sia di buttarla in caciara, con la speranza di lucrare qualche consenso”.
E’ quanto dichiara il segretario provinciale dei Popolari-Udeur, Adriano Santori, a proposito del dibattito che sta montando sulla scelta del terzo aeroporto civile del Lazio.
“Fermo restando il fatto che, a quanto ci risulta, il presidente Marrazzo non parteggia per chicchessia, forse sarebbe opportuno rammentare ai tanti folgorati sulla via aerea dell’ultima ora, che solo qualche mese fa l’ipotesi Viterbo era bella e che sfumata, e che solo in virtù del paziente lavoro dell’allora assessore regionale Regino Brachetti, questa è tornata d’attualità, come dovrebbero ricordare gli esponenti del Comitato prosegue Santori -.
Un’attenzione che Brachetti, anche dall’altrettanto importante incarico che sta assolvendo, continua a non far mancare.
La realtà è, però, che la decisione sarà frutto esclusivo di valutazioni tecniche, espresse da Enav, Enac e Ministero dei Trasporti, che hanno già evidenziato vantaggi e criticità di ogni potenziale sito: e se per Frosinone e Latina i problemi sono legati al trasferimento delle strutture militari e ai loro costi, oltre che ha possibili interferenze tra le rotte, Viterbo sconta la sua cronica carenza infrastrutturale viaria, che rende problematico trasferire nella Capitale i passeggeri dei voli.
Sono queste le carte con cui si gioca la partita, visto che vanno di moda le metafore sportive, e forse qualcuno che oggi usa toni tribunizi dovrebbe interrogarsi sui proclami che in altri tempi vennero fatti sull’apertura di cantieri e su completamenti di vie di collegamento che oggi, se si fossero davvero realizzati, non avrebbero certo lasciato dubbi sulla scelta della sede più idonea” ha concluso Santori.