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- La questione relativa all’individuazione del terzo scalo aeroportuale del Lazio, rappresenta, per le istituzioni chiamate a pronunciarsi in merito, una ghiotta opportunità per dimostrare che la scelta del nuovo aeroporto sarà basata su dati oggettivi territoriali e non sul colore politico degli sponsor scesi in campo.
Come Alleanza Nazionale, abbiamo sempre auspicato la realizzazione dello scalo nel territorio viterbese, perché crediamo che questo rappresenti la scelta migliore sia dal punto di vista tecnico, sia dal punto di vista territoriale, visto che l’aeroporto di Viterbo interesserebbe un bacino di utenza che va dall’alto Lazio alla bassa Toscana passando per la regione Umbria.
Bene fa la Senatrice Allegrini a precisare che in questo momento la politica non debba dispiegare i suoi effetti deteriori, perché su una scelta così importante l’unico parametro da utilizzare è quello della responsabilità istituzionale e dell’interesse dei cittadini.
Esattamente come ha sempre fatto il sindaco Gabbianelli, che, a partire dal 1999, a pochi giorni dalla sua elezione, ha subito iniziato a lavorare per la realizzazione dell’aeroporto a Viterbo, ottenendo a novembre - dal Ministero dei Trasporti e della Navigazione - tre miliardi delle vecchie lire da destinare alla struttura aeroportuale.
Il suo è stato un percorso fatto di pochi proclami e molti fatti, caratterizzato da scelte importanti come l’accordo con l’Enac, la stesura del protocollo d’intesa del 2000 nella sala Regia del Comune, gli accordi con le forze armate e la continua corrispondenza ed incontri con i referenti di turno che in questi anni si sono succeduti.
Com’è facile ricordare, qualcuno all’epoca ironizzava sulla scelta di voler dotare Viterbo di un aeroporto civile, sostenendo che era spinta della solita mania di grandezza.
Importanti finanziamenti, è giusto ricordarlo, sono stati ottenuti in seguito da altri esponenti di AN, come quelli reperiti in finanziaria dall'allora senatore Bonatesta.
Bene, allora, vedere che oggi il versante pro aeroporto si è a dir poco allargato: rappresenta la migliore risposta verso coloro che non credevano in questo progetto e la conferma che l’intuizione era giusta.
Il nostro invito è quello di continuare in questa direzione, mantenendo alto il profilo istituzionale e lasciano da parte quello politico, in modo che la grande squadra che finalmente si è venuta a creare, possa rappresentare un esempio concreto di come la responsabilità e l’impegno comune, possano far bene a tutto il territorio, a prescindere dal proprio credo politico e dalla ricerca di visibilità mostrata nel tempo.
Federazione provinciale di An