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Riceviamo e pubblichiamo
- Il Tavolo della Sinistra Viterbese, non intende farsi distrarre dai problemi di confronto all’interno della maggioranza a Palazzo Gentili, garantendo l’attenzione che è necessario ed urgente concedere ai veri problemi di questo territorio e denunciando coloro che li hanno provocati o ignorati, a cominciare dalle amministrazioni di centrodestra che hanno governato la Provincia nell’ultimo decennio.
Valutare la situazione storicamente, in modo trasparente e condiviso, senza fughe in avanti o strumentalizzazioni, è una necessità alla luce della urgente esigenza di adottare gli opportuni provvedimenti sia per la chiusura ambientalmente ed economicamente sostenibile del ciclo dei rifiuti solidi urbani (RSU) nell’ambito territoriale locale (ATO) sia per realizzare una efficace barriera contro la gestione illegale ed i fenomeni ecomafiosi.
In questa situazione intendiamo rimarcare l’intervento dell’ex assessore provinciale Francesco Battistoni. Quest’ultimo, attuale consigliere di Forza Italia in Provincia, alla luce della disastrosa esperienza maturata negli anni della gestione provinciale del centrodestra del ciclo dei rifiuti, ha inanellato una importante e notevole serie di insuccessi.
Poniamo solo alcuni dati alla valutazione pubblica: durante la giunta Marini/Battistoni:
- La raccolta differenziata provinciale al 3,9 % (al 2005) di media e con un trend in calo.
- Irregolarità nella gestione dei servizi connessi con il trattamento e lo stoccaggio dei rifiuti speciali nella provincia di Viterbo, emersi nella metà dei controlli effettuati da parte della nuova amministrazione di centrosinistra.
- Anomale presenza di gestioni in procedura semplificata (100 su 184) di cui solo il 7% svolgeva esclusiva attività di messa in riserva contro il 43% del dato nazionale (dati ISSI 2002); in altre parole quelle autorizzazioni non andavano concesse in procedura semplificata, aprendo spazi enormi all’ingresso della ecomafia. (Fonte Relazioni sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Viterbo anni).
Anche a fronte di questa gestione irresponsabile vi è stato dal 2000 un aumento notevole di fenomeni di smaltimento illecito nella nostra provincia senza che un solo provvedimento concreto di contrasto sia stato adottato dalla gestione Marini/Battistoni.
Inoltre, per quanto riguarda il ciclo legale, ricordiamo la tappa fondamentale: approvazione nel 1998 del Piano Provinciale di Rifiuti della provincia di Viterbo (Giunta Marini Ass. Gabbianelli). Il Piano prevedeva:
1. Impianto di combustione e recupero a Monterazzano Le Fornaci
2. Discarica di 1° categoria solo (!) per RSU non recuperabili (non CDR)
3. 3-5 stazioni di trasferenza per la raccolta differenziata
4. 1 impianto di compostaggio per l’umido
5. Programma di promozione della raccolta differenziata
6. Istituzione società mista a prevalente capitale pubblico “Tuscia Ambiente” per la gestione dell’intero sistema dei rifiuti (statuto approvato in CP n° 83 del 27/10/1997)
7. Allontanamento dei rifiuti della provincia di Rieti
Dati alla mano il Piano Provinciale di Marini/Gabbianelli/Battistoni è stato fallimentare (incentrato sulla combustione), mai attuato (6 dei 7 punti non sono stati realizzati, nonostante le ingenti spese della finta gara esplorativa) e con molte ombre nella sua attuazione: nessun controllo effettuato.
La componente di sinistra della coalizione in Provincia (RC e Verdi) rivendica i passi in questo senso compiuti, ponendo la questione del superamento del precedente Piano Provinciale dei Rifiuti e della definizione di un nuovo Piano che corrispondesse alle vere esigenze del territorio viterbese e che non fosse la scorciatoia per garantire interessi politici ed economici “di parte”.
Così la scelta di rinunciare all’inceneritore, come da programma, pienamente convinti della necessità di impedire l’ennesima servitù in danno alla salute dei cittadini, che avrebbero dovuto subire la combustione di CDR per buona parte proveniente da fuori provincia.
E senza nessuna contropartita economica, come la sbandierata diminuzione della tariffa.
Questione della tariffa che proprio RC e Verdi hanno denunciato per quanto avvenuto con il decreto Verzaschi e per l’anomalia riscontrata nella gestione del ciclo da parte della società che gestisce l’impianto di pre-selezione di Viterbo.
Un decreto del quale continuiamo a chiedere il ritiro. Una posizione ferma, lucida ed intransigente che garantiamo nel confronto in ambito Regionale e Provinciale, contro le spinte autereferenziali e lobbistiche presenti trasversalmente negli schieramenti.
Segreterie provinciali di
Rifondazione Comunista
Verdi per la Pace
Sinistra Democratica