Senza filtro - “Agricoltura e turismo sono il binomio inscindibile intorno a cui ruota l’economia della Tuscia”. L’assessore all’Agricoltura e alla Valorizzazione dei prodotti tipici Mario Trapè, intervenendo al convegno “La Tuscia e il vino.
Tra tradizione e innovazione” di questa mattina a Montefiscone è stato chiaro: “La promozione del territorio ha detto passa primariamente per i prodotti che vi si producono. E su questo la Provincia sta puntando per rilanciare la Tuscia”.
Nell’appuntamento di oggi alla Rocca dei Papi, organizzato dall’associazione “Qualità Lazio” con la collaborazione di Provincia, Comune di Montefiascone, Enoteca provinciale e Università della Tuscia, è stato analizzato l’universo vitinicolo e agricolo del Viterbese tra passato e futuro, e le ripercussioni sul sistema economico.
“Visitando i vari centri della provincia ha raccontato l’assessore ho verificato una grande trasformazione, anche di approccio culturale, che negli ultimi anni ha modificato radicalmente gli eventi organizzati sul territorio, segnando il passaggio dalla mentalità della sagra a quella della manifestazione enogastronomica a sfondo culturale. Una piccola rivoluzione che punta non più solo su manifestazioni di massa, ma anche su un pubblico esperto”.
“In questo contesto ha proseguito Trapè la Provincia e la Regione stanno lavorando per la difesa dell’identità dei prodotti locali, risultato di una storia e una cultura secolare, che vanno però commercializzati tenendo conto dei cambiamenti del mercato globale. Tra tradizionalisti e innovatori, specie nel settore vinicolo, bisogna trovare una giusta via di mezzo, che da un lato valorizzi la riconoscibilità del vino, non rigettando però le innovazioni e la tecnologia”.
Al convegno è intervenuta anche Isabella Mottura, presidente dell’Enoteca provinciale, organo istituito nel novembre del 2006 come strumento al servizio dei vini della Tuscia e che attualmente raccoglie 17 soci produttori e 5 istituzioni, tra cui la Provincia.
“Il nostro è un territorio che non ha ancora una sua identità forte ha detto Mottura e in tal senso l’enoteca, riunendo produttori ed enti locali sotto un unico cappello, permette di dare credibilità alla Tuscia, grazie anche al fondamentale supporto dell’Università”.