Riceviamo e pubblichiamo - Intervengo a titolo personale sulla vexata quaestio della scelta di un nuovo scalo aeroportuale del Lazio per segnalare che il problema non è tanto la scelta di un terzo aeroporto tra i sedimi individuati di Viterbo e Frosinone, ma la necessità di dotare il Lazio e con esso il Centro Italia di un moderno sistema aeroportuale.
Infatti, mentre in antico si decise dotare città e paesi con più scali ferroviari, non si vede come oggi non possa farsi altrettanto mediante la creazione di più scali aerei evitando concentrazioni di traffico e di interessi solo una determinata zona.
Un aeroporto non è una struttura particolarmente costosa, costa meno di un’autostrada, di una linea ferroviaria e di un porto marittimo, quindi non ci sono motivi per non replicarlo.
Il Lazio, per esempio, una regione con quasi 6milioni di abitanti e con un centro turistico di attrazione mondiale come Roma, non può avere solo tre aeroporti civili quando altre regioni italiane ne hanno anche quattro (in Lombardia oltre l’hub di Malpensa, c’è Linate, Orio al Serio (BG) e Montichiari (BS), nel Veneto oltre Venezia Tessera, c’è Verona, Treviso e Ronchi dei Legionari, per non dire della Puglia: Bari, Brindisi, Foggia e della Calabria:Reggio di Calabria, Crotone,Lamezia Terme, della Sicilia: Palermo, Trapani, Catania, Comiso, della Sardegna: Cagliari, Olbia, Alghero, del Piemonte: Torino Caselle, Biella,Cuneo etc).
Il Lazio, regione molto estesa da Nord a Sud, ha necessità che oltre Fiumicino e Ciampino nei pressi di Roma dotarsi di nuovi scali aerei a Nord ed Sud del suo territorio.
Quindi, se a Nord la location perfetta è Viterbo la cui piana è da sempre uno scalo aereo perfetto tant’è che dagli anni trenta è un importante aeroporto militare, più a Sud, la piana di Frosinone, più sacrificata dal punto di vista ambientale, è certamente una situazione che può dare sbocco ad un traffico aereo commerciale (trasporto merci) e postale proveniente dal sud per l’importanza industriale della zona che necessita di sbocchi merci.
Delocalizzare in due posizioni il “terzo aeroporto” del Lazio dando preferenza a Viterbo per i voli passeggeri e turistici ed a Frosinone per quelli mercantili e postali, non solo elimina posizioni di attrito tra “fazioni” locali, ma contribuisce ad alleggerire gli elementi negativi della presenza di un grande scalo aereo quali l’impatto ambientale dopo la creazione di notevoli strutturi e dall’inquinamento da rumore per il movimento dei velivoli.
Infatti, se il traffico oggi presente a Ciampino, valutabile a breve in circa 6milioni di pax annui, quindi di un movimento ininterrotto nelle 24 ore di velivoli di ogni tipo che sta creando problemi di sicurezza nel traffico aereo e protesta sociale (vedasi prevista riduzione voli da Ottobre verso Fiumicino il cui Comune ha già contestato la scelta), fosse, per es. ripartito per tre, in altri scali laziali, questo traffico sarebbe ragionevole in termini ambientali e di sostenibilità logistica tecnica aerea in volo ed al suolo.
Trasferire in breve un traffico di circa tre milioni di passeggeri su un solo scalo (Viterbo o Frosinone o altri) determinerebbe il collasso per l’impossibile immediata realizzazione delle strutture viarie.
Sarebbe opportuno che il Ministero cui spetta la decisione finale (la Regione c’entra fino ad un ceto punto) opti immediatamente per la scelta dell’attuale aeroporto di Viterbo perché nell’immediato di un paio d’anni può divenire esecutivo per raccogliere il traffico passeggeri proveniente da Nord diretto a Ciampino, ma scelga ugualmente l’aeroporto di Frosinone (attualmente non aeroporto, ma mega elisuperficie i cui lavori di adattamento richiedono tempi e costi maggiori) quale ulteriore scalo cui destinare i voli provenienti dai quadranti Sud e commerciali, postali, merci.
Per la logistica immediata del trasporto passeggeri a Roma ed all’aeroporto di Fiumicino (di cui Viterbo potrebbe essere aeroporto alternato in deprecata ipotesi di blocco temporaneo anche di un’ora) il servizio shuttle con bus navetta espletato dalla Ditta Terravision in vari aeroporti europei, ritengo possa assorbire la domanda in attesa del completamento di opere viarie e viarie (del resto progettate, ma mai terminate).
Ricordiamoci. Nella primavera 1960, quando venne aperto l’Aeroporto di Fiumicino, quest’ultimo non era collegato via ferrovia con Roma e nemmeno c’era un autostrada.
Per arrivare da Roma c’era la via Portuense o la Via del Mare, poi vennero treno navetta ed autostrada a quattro corsie.
Andrea Stefano Marini Balestra
cittadino e pilota privato