- Gestire la conflittualità nell’ottica della pacificazione. Questo l’obiettivo dell’ufficio di giustizia riparativa e mediazione sociale presentato ieri mattina a Palazzo Gentili dall’assessore regionale alla Formazione professionale, Silvia Costa e dall’assessore provinciale alla Pubblica istruzione, Aldo Fabbrini.
L’obiettivo della giustizia riparativa è di offrire una maggiore accessibilità dei cittadini alla giustizia, avere una nuova attenzione alle vittime e un’apertura costruttiva a spazi responsabili.
A tal fine, grazie al progetto pilota avviato dalla Regione Lazio, è stato costituito nella provincia di Viterbo un ufficio ad hoc. Vi partecipano 11 operatori del territorio, appositamente formati con un corso di 270 ore, finanziato dall’assessorato regionale alla formazione.
Si tratta di un ufficio polifunzionale che, attraverso interventi integrati in rete con i servizi e le istituzioni del territorio, assicurerà attività di accoglienza, ascolto, orientamento delle persone coinvolte in vicende penali, ma anche programmi di mediazione penale e di giustizia riparativa verso le vittime e la comunità, insieme ad attività di mediazione sociale scolastica al fine di prevenzione dei conflitti.
“Abbiamo dato vita a questo progetto pilota - afferma l’assessore regionale alla Formazione professionale Silvia Costa - che vede Viterbo come provincia che lo avvierà concretamente con la prima attuazione in Italia delle risoluzioni internazionali e comunitarie sulla giustizia riparativa e mediazione penale (del 2000) e sulla tutela delle vittime dei reati (del 2006).
Il progetto, in collaborazione con gli assessorati regionali alle Politiche sociali e alle Politiche istituzionali, dopo un percorso di formazione di 11 operatori durato due anni, prevede l’attivazione di tre seminari territoriali e di un’opera di sensibilizzazione delle istituzioni per avviare concretamente questo servizio nella provincia di Viterbo.
Il progetto riconosce il ruolo centrale della comunità e le relazioni tra le istituzioni per sostenere processi di mediazione, riparazione e di messa in relazione degli autori di reati con le vittime, anche attraverso forme di riparazione sociale che davvero ricostruiscono relazioni interrotte e prevengono conflitti sociali”.
Anche la comunità quindi sarà coinvolta per sviluppare e incentivare la diffusione dei modelli di prevenzione del crimine e di informazione e reinserimento sociale.
“E’ un progetto importante dice l’assessore Aldo Fabbrini - che vede la Provincia parte attiva.
Sia perché il nostro territorio è stato scelto per l’avvio dell’iniziativa pilota sia perché è importante rendere, con gli appositi strumenti, la comunità come soggetto promotore di una cultura della pace. Gli 11 operatori che costituiranno l’ufficio sono tutti viterbesi che operano e conoscono il territorio nelle sue peculiarità e che quindi sapranno spendersi in maniera efficace ed efficiente nel ruolo che sono stati chiamati a ricoprire”.
Alla presentazione erano presenti anche il presidente del Tribunale di Viterbo Riccardo Micci, i rappresentanti dell’Università della Tuscia e della diocesi di Viterbo, e la dirigente dell’amministrazione penitenziaria nonché presidente del comitato tecnico dell’ufficio di giustizia riparativa e mediazione sociale, Maria Pia Giuffrida.
“E’ un progetto che nasce dall’esigenza di trovare effettive ed efficaci risposte dice Maria Pia Giuffrida - per l’inserimento dei condannati attraverso la costruzione o ricostruzione delle relazioni civili.
E’ una risposta alla conflittualità urbana e di vicinato, più congrua e democratica. Il progetto si caratterizza per una forte dimensione territoriale. Il gruppo costituito, infatti, rappresenta il Viterbese e ha svolto 270 ore di formazione composita, atte a gestire le conflittualità nella prospettiva della pacificazione”.