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Il questore Micillo
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- La Tuscia in allerta dopo la scoperta che ci sono anche alcune località del Viterbese nelle mappe sequestrate nella cantina dell'imam di Ponte Felcino, Mostapha El Korchi, arrestato sabato scorso dalla Digos di Perugia.
Sono 3-4 punti della Tuscia cerchiati di rosso.
Sono due le piste seguite dagli inquirenti di Perugia per decifrare il significato dei cerchi rossi.
La prima pista, meno verosimile, è che si tratti di luoghi in cui la cellula filo-jihadista stesse preparando attentati.
Ad accreditare questa ipotesi ci sono alcuni "manuali di morte" sequestrati allo stesso imam, che illustrano come colpire luoghi di incontro: cinema, stadi, fermate dell'autobus, supermercati.
Proprio questo tipo di strutture, gli investigatori stanno tentando di individuare nelle zone della Tuscia cerchiate nelle mappe.
La seconda ipotesi è che nelle località contrassegnate ci siano gruppi filo-jihadisti "in sonno", con i quali la cellula di Ponte Felcino era in contatto e ai quali avrebbe potuto destinare parte delle sostanze tossiche trovate nelle case di El Korchi.
Intanto le forze dell’ordine di Viterbo aumentano l’attenzione.
In particolare sono state potenziate le misure di sicurezza per il giornalista Magdi Allam, il vice direttore del Corriere della Sera, che vive a Fabrica di Roma, in provincia di Viterbo.
"Nei confronti di Allam - ha detto il questore Raffaele Micillo - è stata da tempo proclamata la fatua a causa delle idee che afferma. Era quindi già sotto la protezione delle forze dell'ordine. In questi giorni, abbiamo potenziato il dispositivo di sicurezza e la vigilanza nei suoi confronti".
Sono tra una trentina i centri di preghiera islamici in provincia di Viterbo. Circa un terzo si trova nel capoluogo. Le altre aree con maggior concentrazione di centri di preghiera sono a Civita Castellana, e tra Tarquinia e Montalto di Castro.
Secondo la questura, almeno una dozzina di imam appartengono alle frange più estreme dell'Islam, e vengono tenuti sotto costante controllo dalla Digos.
Il loro comportamento finora non ha dato vita a episodi di rilevanza penale.
''Nei centri di preghiera islamici della Tuscia operano 10-12 imam che abbiamo tenuto e continueremo a tenere sotto sorveglianza - spiega Micillo -. Riteniamo che appartengano alle ali più integraliste dell'Islam. Da anni monitoriamo costantemente le attività dei gruppi estremisti islamici presenti nel Viterbese.
Anche recentemente abbiamo operato delle perquisizioni nella Tuscia. Ovviamente, non è emerso nulla di rilevante, altrimenti avremmo eseguito degli arresti e dei sequestri''.
Non c’è allarme a seguito della scoperta di Perugia.
''Abbiamo preso atto di quanto sta emergendo dall'indagine di Perugia - spiega Micillo -, ora siamo in attesa di conoscere gli sviluppi dell'inchiesta, ma al momento non ci sono situazioni di particolare allarme.
E' comunque certo che alzeremo ulteriormente il livello d'attenzione''.