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Un canile
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Senza filtro
- La storia del canile dell'Enpa sta diventando una storia infinita, infatti, con il sequestro della struttura da parte della magistratura e la gestione diretta del Comune di Viterbo (come custode giudiziario) si cerca di dare un minimo di dignità ai cani ospitati dalla struttura.
Come sindacato che tutela i lavoratori operanti nel canile ci sorge spontaneo fare alcune riflessioni a tutela del loro posto di lavoro.
Nonostante il sequestro della struttura, i lavoratori continuano ad occuparsi degli animali con il rischio di non percepire lo stipendio fino a quando non verrà fatta piena luce sulla vicenda.
Apprendiamo che l'assessore preposto sta già valutando alcune soluzioni per gli animali ospitati, una delle quali è quella di smistare i quattrocento cani del canile in sedi periferiche meno affollate per garantire loro maggior conforto.
Certamente cosa molto nobile da parte del Comune ma i sei lavoratori occupati presso il canile che fine fanno?
Questo lavoro permette loro di avere un minimo di stipendio (un minimo di dignità) per mantenere le loro famiglie.
Quindi ci preme ricordare che nel canile oltre ai cani ci vivono anche dei lavoratori e se si studiano soluzioni devono garantire tutti.
Per facilitare il lavoro ai tecnici del comune, proponiamo una soluzione che possa garantire sia i cani che i lavoratori e cioè affidare il servizio ad una società del Comune(Cev o Francigena), fino a quando non verrà fatta luce sulla vicenda.
A nostro avviso questa soluzione garantirebbe sia gli animali, sia i lavoratori che continuerebbero a percepire quel misero stipendio che oggi è a rischio.
Non vorremmo che questa storia iniziata l'estate scorsa si concludesse con la perdita dei sei posti di lavoro.
Caro comune, oltre ai cani, vanno garantiti anche i lavoratori.
Il segretario generale Cisl Fisascat
Giorgio Petroselli