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- C’è un filo rosso che unisce gli agrari degli anni cinquanta e certa sinistra, sedicente ambientalista, viterbese.
Come gli agrari degli anni cinquanta anche oggi, come ieri per il raddoppio sacrosanto della Cassia, c’è chi non vuole che si muova foglia nella Tuscia.
Per loro, come per i padroni delle ferriere degli anni cinquanta, non ha importanza se la Tuscia è isolata dal mondo, se non ci sono posti di lavoro, se le nostre migliori intelligenze sono costrette a emigrare.
Per qualcuno è un bene che in questa provincia non ci sia dinamismo economico, che si viva isolati dal mondo, che non si percepisca quando c’è un’idea propulsiva.
Agli idoli pseudoambientalisti questa provincia ha già dato. Basti pensare al raddoppio della Cassia. Certi ambientalisti dovrebbero solo rabbrividire ogni volta che attraversano Vetralla o Capranica. Con le auto che passano sulla Cassia a un metro dalle case. Una vergogna.
Ieri gli pseudoambientalisti erano il puntello di chi non riuscì concretamente a realizzare il raddoppio, oggi c’è chi aspira a puntellare i poteri forti, quelli sì, romani.
E’ veramente strano che ci sia chi non percepisce che non tutte le infrastrutture e le grandi opere non sono uguali. L’aeroporto o la trasversale sono due grandi opere che possono fare da fulcro allo sviluppo della Tuscia.
L’aeroporto in particolare, come già avvenuto in altri luoghi, trascinerebbe con sé le altre infrastrutture. Sarebbe un poderoso volano economico, come il porto per Civitavecchia.
Ma gli pseudoambientalisti spiegano che non è così. E stranamente i loro ragionamenti ricalcano spesso quelli del potere romano.
Ma l’argomento veramente più “interessante”, che è stato sviluppato in questo periodo, è quello secondo cui vanno, in pratica, aboliti gli aeroporti. Come dire maglio il treno, perché inquina di meno. E questo può essere anche un ragionamento, elementare quanto si vuole, ma è un ragionamento.
Ma da dove partono gli pseudoambientalisti per contestare gli aeroporti nel mondo. Ma è semplice... da Viterbo.
Ecco, la rivoluzione contro gli aeroporti parte da Viterbo.
Certo nel frattempo si fa un favore a Frosinone e alla politica romana.
Certo nel frattempo si favorisce oggettivamente un aeroporto che inquina molto di più ed è molto pericoloso.
Certo si lascia ancora una volta una provincia isolata dal mondo. Ma cribbio l’idea è salva. C’è voluto da fare il deserto, ma l’idea è salva, che diamine.
Insomma ancora una volta qualcuno vuole oggettivamente favorire i poteri forti romani a scapito della Tuscia.
Speriamo che la convergenza tra quinte colonne locali e poteri romani questa volta venga rotta dalla convergenza di tutte quelle forze che vogliono un reale cambiamento dell’economia della Tuscia.
E si badi bene l’aeroporto, se verrà realizzato, sarà un fattore di mutamento epocale, che neppure i suoi fautori possono oggi comprendere.
Ernie Souchak