Senza Filtro - La realizzazione di grandi opere mette in circolo grandi risorse economiche, grandi potenzialità umane, grandi ipotetici sconvolgimenti sociali, e sollecita sogni, fantasie e miraggi di sviluppo e ricchezza per tutti.
Questi sogni di gloria stanno contagiando il nostro territorio il cui virus è l’ipotetica realizzazione del terzo scalo aereo del Lazio a Viterbo, la cui assegnazione sembra aspettarci di diritto a risarcimento di torti pregressi subiti dal nostro territorio.
Il coro osannante ed implorante la realizzazione a Viterbo dello scalo aereo è quasi unanime. “Quel quasi” non è da sottovalutare perché significa che, per fortuna, ci sono cittadini che invitano a riflettere ed analizzare l’opera realizzanda da punti di vista che non siano solo quelli del freddo e puro profitto, ma invitano i cittadini ad esprimere in pubblici confronti i loro punti di vista con i loro pro e contro, soppesandoli con la bilancia a due piatti, e quindi con serenità e razionalità accettare il risultato ottenuto dal democratico confronto.
La quasi piatta unanimità della scelta penso dipenda sia dalla diversa valutazione dei parametri che si analizzano, sia da altri parametri che la cosiddetta “civiltà del progresso” sottovaluta o addirittura ignora.
Considerazioni immediate e spontanee sull’opera da realizzare:
Uno scalo a Viterbo con le attuali infrastrutture recettive e di collegamento diventa quasi impossibile immaginarlo.
La sua ostinata realizzazione non potrebbe che rappresentare una stazione di transito per i passeggeri che una volta arrivati, con pullman, navette e taxi cercheranno di raggiungere Roma, senza portare alcun incremento al turismo locale.
Anche solo alla luce delle due osservazioni precedenti, lo scarso entusiasmo dimostrato da Marrazzo non sembra irragionevole.
Si potrebbe fare gli offesi (per i torti pregressi) e chiedere a Marrazzo con convinzione e determinazione l’ultimazione della C. Vecchia- Orte, la riattivazione della Capranica Orte, l’interramento del tratto che ancora attraversa Viterbo in superficie, e la velocizzazione della ferrovia Viterbo-Roma, opere necessarie a rendere più fruibile e più dignitosa la realtà del nostro territorio.
Un parametro da molti trascurato, da altri valutato per difetto è l’impatto ambientale dell’opera.
Il volo a bassa quota sul territorio accrescerebbe a dismisura l’inquinamento gassoso dell’atmosfera, con l’aggiunta di un inquinamento acustico che verrebbe a distruggere e quindi a privarci di quella secolare pace e tranquillità di cui abbiamo sempre goduto nel nostro territorio e che autoprivarsene sarebbe incomprensibile e troppo doloroso.
Osvaldo Ercoli