|
Copyright Tusciaweb
|
- Nel tempo di Carnevale ogni manifestazione spettacolare assume un carattere trasgressivo che, fin dalle origini, ha provocato reazioni repressive da parte delle autorità laiche ed ecclesiastiche.
La "moralizzazione" di riti e spettacoli, spesso di lontana origine pagana, è intervenuta trasformandoli quasi radicalmente: antichi ludi venatori sono divenuti cerimonie purificatrici; eventi stagionali di morte-rinascita hanno assunto un senso punitivo; i travestimenti ereditati dalle burle eversive dei Saturnali hanno provocato le censure emanate con severi bandi.
Infine, danze saracene e giochi di sorte zingareschi hanno meritato sanzioni gravi per il loro oscuro lato "diabolico".
Malgrado ciò, lo spettacolo teatrale moderno ha origine proprio dalle più antiche farse in maschera e il fascino dell'esotismo ebbe il potere, tra timore e attrazione, di favorire il diffondersi in Europa di alcune tra le più raffinate manifestazioni della civiltà araba. Tra le altre, l'esercizio equestre e la scienza dell'allevamento equino, consentirono la diffusione della razza più pura, quella del cavallo arabo, con i suoi "epigoni", l'andaluso ed il berbero.
Magnifici esemplari di arabi e berberi furono protagonisti di tornei, battaglie, corse carnevalesche.
La mostra intende mettere in evidenza gli eventi citati con particolare riguardo ai riti carnevaleschi romani e della Tuscia che talvolta ne derivano.
La mostra è realizzata dall'Associazione ARCES di Corchiano, in collaborazione con il Consorzio delle Biblioteche della Provincia di Viterbo.
Il materiale esposto consiste in documenti iconografici, maschere, dipinti, libri. Ne è curatrice Beatrice Premoli, autrice anche delle incisioni ed acquerelli esposti, ad integrare la ricerca iconografica.
La mostra si terrà a Viterbo, in Piazza Verdi n.3, nella sede della Biblioteca degli Ardenti - Palazzo Santoro dal 17 al 31 maggio 2007 con i seguenti orari: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19.