- Consegnati 150 diplomi per selecontrollori del capriolo
Consegnati ieri 150 diplomi per selecontrollori di caprioli. L’iniziativa, che si è svolta all’Università della Tuscia, è stata realizzata dall’assessorato alla Caccia in collaborazione con la facoltà di Agraria.
“I caprioli sono armai diventati una specie sempre più presente nel nostro territorio spiega l’assessore Mario Trapè e soprattutto nella zona nord della Tuscia sta avendo un’ampia diffusione.
Si è resa necessaria, quindi, la realizzazione di corsi per formare esperti in grado di monitorare e campionare queste specie per evitare danni all’agricoltura e per incrementare la diffusione in maniera razionale”.
I selecontrollori sono degli esperti che, dopo un apposito corso, hanno avuto l’idoneità per andare sul campo e monitorare la situazione.
“L’iniziativa di ieri dice ancora Trapè è molto importante, in quanto la capacità di queste nuove figure di individuare le diverse specie appartenenti agli ungulati consentirà di avere informazioni precise sulla presenza del capriolo sul territorio provinciale”.
La Provincia di Viterbo, in collaborazione col dipartimento di produzione animale della facoltà di Agraria e i docenti Andrea Amici e Fioravante Serrani, continuerà a dare il suo contributo per far sì che i calendari dei censimenti accrescano la vigilanza venatoria anche tramite il corpo della polizia provinciale.
“L’ampia partecipazione ai corsi spiega - dimostra l’interesse a una moderna e razionale gestione della fauna che prende in esame nuove emergenze faunistiche. E se questo percorso è stato possibile ringrazio l’Urca (Unione ricercatori del capriolo) e l’avvocato Enrico Brenciaglia che in tempi non sospetti ha avviato studi in questa direzione”.
I diplomati hanno anche il compito di raccogliere dati attraverso censimenti, per la creazione di una banca dati degli ungulati strutturata dalla Provincia di Viterbo.
“La consapevolezza della densità della popolazione di capriolo continua Trapè - ha determinato un’evoluzione nell’approccio dei cacciatori alla fauna selvatica - nella direzione del prelievo selettivo - e soprattutto è scaturita la necessità di gestire in maniera conservativa e scientifica questa specie.
Le professionalità create attraverso i corsi costituiscono un fattore determinate per la realizzazione del sistema integrato e per tutto il nostro territorio. In quanto questa specie ormai rappresenta un patrimonio da gestire e diffondere in maniera razionale”.