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Riceviamo e pubblichiamo
- Perché il Comune di Vetralla si accanisce contro quattro “casalinghe frustrate e depresse”, come vengono definite le volontarie dell'associazione Garibaldi, che si stanno battendo- a spese proprie- per i loro 50 cani che si trovano in un rifugio in località Torricello su di un terreno di 3.000 mq di proprietà della presidente?
E tutto questo perché? Perché, avendo raccolto cani randagi, malati e/o feriti, abbandonati, di proprieta' del territorio e di conseguenza del sindaco, l'associazione si è permessa di chiedere un piccolo contributo di un euro a cane al giorno (mentre i canili convenzionati ne prendono quasi 3 euro) e che cosa fa il Comune, invece di aiutare chi ci mette tanta passione e dignità?
Ordina lo sgombero dei 50 cani, ormai microchippati a nome dell'associazione (su ordine venuto dalla Asl) e quindi ormai di proprietà dell'associazione.
La Asl, dopo un suo sopraluogo ha decretato che il canile non è a norma ( come d'altronde quasi tutti i rifugi di volontari disseminati in Italia).
Intanto, non è un canile ma un rifugio che ha come scopo lo stallo in vista delle adozioni ( e ne sono state fatte tante fino ad oggi), ma non potrà comunque essere mai a norma visto le richieste aberranti che la Asl ha fatto per renderlo tale.
Sfidiamo chiunque ad andare a visitare i canili convenzionati e a vedere se effettivamente sono a norma.
Evidentemente, c'è qualcosa che le “casalinghe” hanno scoperchiato. Perché il Comune di Vetralla che, come tutti i comuni civili, ha l'obbligo da ben 16 anni di avere il suo canile municipale, non ce l'ha?
Non vi è qui un conflitto d'interesse? Perché le associazioni animaliste sono così osteggiate? Perché fanno solo del bene e pensano unicamente al benessere degli animali che hanno già subito traumi terribili come l'abbandono o un investimento stradale?
Perché, quando c'è un cane da soccorrere, la Asl delega e autorizza l'associazione ad effettuare tutte le cure veterinarie a spese proprie e se ne lava le mani, quando invece dovrebbe prendere in carico il povero animale?
Perché la Asl fa pagare l'applicazione dei microchip ad un'Associazione Onlus?
Perché invece di lavorare in sintonia con le associazioni animaliste e scaricare così una bella mole di lavoro ed esserne soddisfatte le Asl osteggiano chi lo fa per amore?
Certo, per chi definisce “casalinghe depresse” le volontarie, quest'amore è sprecato per gli animali: ma loro, i più nobili, i più intelligenti, hanno altro da fare che di pensare a cani abbandonati.
Angela Maria Massini presidente associazione Garibaldi protezione Cani & Gatti nel loro ambiente