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Riceviamo e pubblichiamo
- In questi giorni assistiamo con preoccupazione alla gara tra politici e associazioni di categoria viterbesi, alla quale non mancano di partecipare gli imprenditori, per la “conquista” dell’aeroporto.
Non manca il comunicato quotidiano di sostegno, non un accenno di pausa nella incessante rincorsa delle adesioni per un nuovo sviluppo del territorio all’insegna della valorizzazione del patrimonio ambientale e storico artistico della Tuscia.
Siamo preoccupati per il contenuto dei contributi a l’assenza di una seria valutazione degli impatti e delle conseguenze sociali ed ambientali che una simile scelta comporta.
Come purtroppo spesso è accaduto in passato, la scelta politica ed economica rischia di prevaricare le valutazioni tecniche.
Il rischio, come accaduto in passato, è che la valutazione di impatto ambientale e le analisi di rischio siano “adattate” alle scelte di convenienza delle lobby economico/politiche che intravedono nell’operazione una ricca torta da spartire.
Il gruppo provinciale dei Verdi per la Pace non pone pregiudiziali sulla realizzazione dello scalo. Non intendiamo formulare giudizi o pareri in assenza dei dati e delle analisi tecniche.
Possiamo tuttavia esprimere perplessità sulla reale capacità della classe politica e imprenditoriale di questo territorio di gestire una simile occasione.
Ad oggi la situazione del comparto turistico della Tuscia è di crisi latente e non perché mancasse uno scalo aereo.
Inoltre le perplessità sulla compatibilità ambientale della infrastruttura nella piana di Viterbo sono concrete e oggettive, ma nessuno sembra occuparsene né sono state avviate consultazioni con i cittadini e i residenti della zona, peraltro aziende agricole anche certificate di notevole valore.
Lo stesso Vito Riggio, presidente dell’ENAC Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (l’ente che dovrà dare il parere finale sulla scelta) in un intervento dei giorni scorsi riportato dalla stampa, conferma il vantaggio di Viterbo su Frosinone. Ma le motivazioni sono inquietanti.
Secondo Riggio l’obiettivo è quello di spostare il flusso di milioni di viaggiatori da Ciampino sul terzo scalo (Viterbo o Frosinone), ovvero: la logica è quella di spostare a un’ora di auto o treno dalla città di Roma i low cost per problemi ambientali.
Viterbo (a 5 minuti dallo scalo!) ha confermato il dirigente ENAC è favorita per questioni di sicurezza e ambientali (citando il “virgolettato”) in quanto le rotte in arrivo non andrebbero ad interferire sui cieli di Roma né contribuirebbero all’inquinamento atmosferico ed acustico (della capitale).
Affermazioni che confermano due dati oggettivi: i passeggeri dei low cost sono diretti sull’area romana mentre Viterbo dovrebbe sostenere l’onere di un maggiore carico di rischio, inquinamento atmosferico ed acustico. Ricordiamo che un aereo low cost inquina come 20.000 auto.
I cittadini di Viterbo hanno il diritto di essere informati e di intervenire sulla ipotesi.
Esecutivo provinciale Verdi per la Pace di Viterbo