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Riceviamo e pubblichiamo -
Cara Tusciaweb,
scrivo in merito all’articolo firmato da alcuni consiglieri comunali, che non hanno meglio da fare che tirarmi in causa sullo stato ridicolo del consiglio comunale di Vetralla.
Al di là della polemica sul bilancio di previsione e sul ribaltone che come è noto ha visto la totale contrarietà di Rifondazione Comunista, c’è un punto di fondo che a me sta particolarmente a cuore.
Il rispetto della democrazia e la salvaguardia del ruolo e delle prerogative del consiglio comunale.
Vengo al sodo. Non esiste da nessuna parte che il presidente del Consiglio comunale possa arbitrariamente, e sottolineo arbitrariamente, decidere di ritirare o invertire i punti iscritti all’ordine del giorno. Questa è facoltà esclusiva dell’assemblea, cioè del consiglio.
Questa cosa non può avvenire neanche in Francia o negli Stati Uniti, democrazie con un forte ruolo del presidente della Repubblica.
Mi permetto di proporre un piccolo esempio concreto.
Pensate a questo scenario.
11 consiglieri comunali su 20 richiedono la revoca del mandato del presidente del consiglio comunale. Se il presidente avesse la possibilità di ritirare i punti iscritti all’ordine del giorno, la revoca non potrebbe mai essere discussa, in quanto, come si arriverebbe al punto in questione, il presidente la ritirerebbe e/o lo sposterebbe sine die.
Per evitare questa situazione il legislatore dà al consiglio comunale, e solo ad esso, la prerogativa e il diritto di modifica dell’ordine del giorno dell’assemblea stessa. Non bisogna essere scienziati della politica per capirlo.
E’ esattamente l’opposto di quanto avvenuto a Vetralla dove il presidente del consiglio comunale, Aquilani, con un’idea, come dire octroyè ( per concessione, ndr) della democrazia, pensa di fare concessioni su cose che a lui vanno bene, e ovviamente non ne fa su altre, assumendo un ruolo da monarca.
Questo è il punto.
La tutela delle prerogative del consiglio e della libertà di iniziativa dei singoli consiglieri comunali.
Che valgono sempre anche in caso delle commissioni consiliari strumento indispensabile per i lavori in consiglio.
Ma va aggiunto che non si può chiedere la convocazione delle commissioni e poi si è indisponibili a convocarle perché ci si dimette dal ruolo di presidente che dovrebbe appunto convocare le commissioni stesse. In questo atteggiamento ci leggo dei tratti da furbetti e non da amministratori.
Scritto ciò penso che Vetralla non meriti questo consiglio comunale e questo clima che non fa bene né al paese, né alle forze politiche.
Rimango dell’idea che il ribaltone Marconi-Marini sia stato un errore politico grossolano e continuo candidamente e con convinzione a schierarmi con l’opposizione politica e sociale al centro destra di Aquilani e di Marconi-Marini.
In Argentina pochi anni fa dicevano que se vajan todos (che se ne vadano tutti) per Vetralla penso la stessa cosa.
Chiudo dicendo che non capisco perché una persona dipendente da un partito sia meno libero di uno dipendente dalle Ferrovie dello Stato o dal Monte dei Paschi di Siena. A questo si riduce la politica vetrallese. Aridatece er puzzone!
Walter Mancini