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- In riferimento all’articolo redatto dal Comitato di Sant’Agostino e pubblicato su Tusciaweb, nel quale si denuncia la pesante situazione legata all’intenso traffico veicolare venutasi a creare nell’area di Piazza San Faustino e in alcune zone limitrofe, vorrei aggiungere alcune considerazioni da privato cittadino, residente in uno degli assi viari maggiormente “incriminati”: via Maria S.S. Liberatrice.
In particolare, oltre a confermare appieno tutte le osservazioni fatte del comitato, ritengo sia opportuno sollevare anche altri aspetti, a mio avviso ben più gravi dello smog e dei rischi corsi dai pedoni - per altro non trascurabili - vista anche la presenza nella via sopra citata di una scuola materna ed elementare, con conseguente intenso movimento giornaliero di bambini non sempre facilmente controllabile da parte dei vigili urbani preposti alla sorveglianza della zona.
In effetti il rischio maggiore, a mio avviso, è costituito dal passaggio continuo di mezzi pesanti (in particolare autobus di linea) e veicoli vari in una zona che, a quanto risulta, non è mai stata seriamente monitorata dal punto di vista geologico, allo scopo di verificare se le caratteristiche del sottosuolo permettessero di sostenere un aumento improvviso e consistente del traffico.
Di fatto, dal momento in cui la nuova viabilità è stata introdotta, si riscontra in diversi stabili situati in via Maria S.S. Liberatrice un aumento progressivo delle vibrazioni delle strutture murarie, causate dal passaggio frequente di autobus.
Personalmente, ho avuto modo di constatare che tali vibrazioni, inizialmente limitate a quella parte dell’abitazione immediatamente a ridosso della parete che si affaccia sulla via, si sono poi progressivamente estese a vaste porzioni della pavimentazione di varie stanze interne, con conseguente intensa vibrazione di mobili e suppellettili varie.
Come è noto, del resto, gli edifici della zona San Faustino-Trinità sorgono su un basamento tufaceo caratterizzato dalla presenza di numerose cavità sotterranee, gallerie e cantine.
Sicuramente, la presenza di vuoti nel sottosuolo non costituisce un elemento a favore dell’aumento del traffico pesante in zona.
Nel corso del tempo, è stato infatti constatato l’avvallamento progressivo di alcune parti del fondo stradale, causato dal continuo passaggio di mezzi di vario genere, soprattutto quelli più pesanti.
In occasione poi della rottura di un tubo dell’acqua posto sotto il piano stradale in via Maria S.S. Liberatrice, gli operai della Robur intervenuti per riparare il danno hanno attribuito con sicurezza tale rottura all’intensificarsi del traffico pesante nella via.
Quelli citati sopra sono alcuni esempi della situazione venutasi a creare a causa della poco accorta pianificazione del traffico da parte dell’Amministrazione Comunale.
Alla luce di tutto questo, la domanda che ci si pone è se, prima di effettuare questo stravolgimento del percorso del traffico cittadino, ci si sia premurati di effettuare serie verifiche tecniche in una zona che mai prima d’ora si è trovata a dover sostenere un traffico del genere.
Di fatto, una zona con le caratteristiche sopra descritte presenta alti rischi, finora mai presi in seria considerazione, e le conseguenze di questa trascuratezza potrebbero essere anche molto pesanti.
Il pericolo di eventuali crolli di edifici e di più consistenti sprofondamenti del fondo stradale, malaugurato ma comunque possibile, potrebbe avere conseguenze molto negative, anche dal punto di vista della responsabilità penale.
A questo punto le autorità comunali competenti, vista la situazione venutasi a creare, hanno il dovere di intervenire concretamente, non potendo dire di non essere state avvertite riguardo al problema traffico nella zona San Faustino- via Maria S.S.Liberatrice Trinità.
Paolo Gasbarri