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Bartolomeo Arrabito con la corda al collo minaccia di suicidarsi
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Arrabito durante l'intervista con Ferlicca di Tusciaweb
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Arrabito sulla struttura in legno
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Il pm Conti che con il suo intervento ha risolto la situazione
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Il ristoratore in lacrime dopo essere sceso dal gazebo in legno
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- “Sono vittima di un’ingiustizia”.
Con una corda intorno al collo, in bilico sulla tettoia in legno del suo ristorante in via della Palazzina, Bartolomeo Arrabito, racconta la sua odissea, che l’ha portato a minacciare di togliersi la vita, gettandosi proprio da quella struttura che da due anni è diventata una vera ossessione. E che proprio oggi doveva essere abbattuta perché ritenuta irregolare.
“Sono vittima d’ingiustizie dal 2004 sostiene Arrabito raggiunto telefonicamente mentre sta ancora minacciando di uccidersi pago le conseguenze per errori altrui.
Ho chiesto di costruire questa tettoia a tre metri di distanza dal palazzo dove si trova il mio ristorante, ma chi doveva consigliarmi non era bene informato sulla presentazione della Dia, così mi è arrivata la multa.
Ma nessuno mi ha mai detto che mi dovevo tenere a cinque metri. Me lo hanno fatto finire, poi lo hanno sequestrato con ordinanza d’abbattimento”.
Da allora un’odissea. “Lo scorso settembre ricorda con il Comune sembrava si potesse trovare una soluzione intermedia. Scoperchiando una parte della tettoia, così da allontanarmi a cinque metri.
In questo modo diventava un pergolato e non ledeva i diritti dei vicini.
Una volta fatto questo, ho presentato i disegni, ma in Comune il responsabile era cambiato e chi lo aveva sostituito, non ha accettato questa soluzione.
Ho subìto perquisizioni umilianti, perché sono stato sospettato d’avere minacciato un funzionario, mentre non l’ho mai fatto. Che senso ha minacciare chi mi ha già detto di no?”.
Cosa chiede adesso?
“Adesso io chiedo una revisione del caso dove sia possibile o in subordine di accettare la soluzione intermedia”.
Una richiesta che fa per poter continuare a lavorare.
“Sono solo trenta metri di legno dice chiedo il diritto al lavoro.
Perché io lavoro solo di sabato.
Ho un locale piccolo, di soli venticinque posti e ne mando via quaranta di persone il sabato. Poi la domenica non lavoro, il lunedì non lavoro.
Che devo fare, vado a rubare?”.