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Daniela Bizzarri
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- “Non chiederemo mai a un bambino che ha bisogno di un posto all’asilo il certificato di matrimonio dei suoi genitori, come non chiederemo mai a una donna il certificato di matrimonio per finanziare un progetto di conciliazioni tra vita e lavoro, se è madre”. Si è aperta con queste parole, pronunciate dal ministro delle Politiche per la famiglia Rosy Bindi, la conferenza nazione della famiglia che si è svolta a Firenze dal 24 al 26 maggio. Presente ai lavori anche la consigliera di parità della Provincia di Viterbo Daniela Bizzarri.
“E’ stata una bella esperienza, significativa e interessante. C’è stata una grande partecipazione commenta Daniela Bizzarri - e un confronto con altre realtà italiane che ha permesso a tutti di capire e approfondire i temi cardine delle tre giornate”.
Il convegno è stato organizzato in gruppi di lavoro tematici che hanno sviluppato argomenti e discussioni. “Ho preso parte alla sessione tematica ‘Famiglia e diritti’, dove è stato esaminato il rapporto tra diritti della persona e diritti della famiglia, alla luce della Costituzione. In particolare spiega la consigliera di parità - in questo gruppo si è discusso anche di ‘Famiglia e pari opportunità”. I tre temi trattati hanno riguardato la conciliazione tra lavoro e maternità, le coppie di fatto e il doppio cognome”.
Nella prospettiva di esaltare le pari opportunità e definire i rapporti di genere non discriminatori, durante la tre giorni dedicata alla famiglia sono stati affrontanti anche i problemi legati all’adeguamento del Codice civile e del diritto di famiglia, su cui il governo preparando un ddl sulla parità tra figli nati nel matrimonio e figli nati fuori dal matrimonio e una proposta di legge sul cognome, e l’ipotesi di istituire un tribunale della famiglia,
“In questa particolare situazione afferma la consigliera Bizzarri credo sia opportuno sottolineare anche l’importanza di una revisione all’articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Tenendo conto che molte delle aziende con meno di 15 dipendenti, sono costituite prevalentemente da donne. Diventano proprio le lavoratrici il bersaglio di discriminazioni che penalizzano le donne in tutti i sensi. E’ importante quindi risolvere questo nodo, purtroppo non ancora sciolto”.
In questo senso, al termine dei lavori, la consigliera di Parità ha consegnato una serie di proposte al presidente della commissione, che le ha girate all’attenzione del ministro.