Riceviamo e pubblichiamo
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Francesco Bigiotti
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- Illustrissimo Magnifico Rettore dell'Università della Tuscia,
Mi trovo costretto a rivolgermi alla sua attenzione, mio malgrado, poiché alcune importanti interrogazioni che avevo rivolto al presidente della Provincia Mazzoli sono state, da questi, direttamente e volutamente girate a Lei.
Avevo chiesto al presidente in merito alla costituzione di un gruppo di lavoro per l'addestramento all'uso del data-base web lavoro, secondo Convenzione (D.G. 341 del 13/10/06) tra Provincia e Dipartimento Beni Culturali, cercando di capire quale strada l'Amministrazione Provinciale avesse seguito per individuare le tre persone che fanno parte del gruppo.
Il Presidente Mazzoli ha risposto in maniera decisa: "la selezione del gruppo di lavoro non è competenza della Provincia ma dell'Università".
Io, avendo letto attentamente la Convenzione, continuo a nutrire qualche seria perplessità sulla veridicità di queste affermazioni, comunque proverò a prendere per buono quanto detto da Mazzoli che, a questo punto mi sembra palese, sta cercando di scaricare sull'Università tutte le responsabilità di merito.
Io sono convintissimo assertore del fatto che l'Ateneo viterbese sia una grande risorsa con la quale interloquire positivamente ed allargare i rapporti; altrettanto convinto sono dell'alta levatura culturale, morale e di correttezza della Sua figura, Signor Rettore, ma poiché il mio ruolo istituzionale è quello di controllare che l'attività amministrativa della Provincia avvenga nel rispetto di tutte le regole di trasparenza e di legalità, mi trovo costretto a riformulare a Lei le stesse domande a cui Mazzoli non ha voluto (o potuto) rispondere.
Sono cinque domande semplici semplici:
1) Chi sono le tre persone e chi è il responsabile del gruppo di lavoro?
2) Secondo quali modalità i tre sono impiegati nell'attività di formazione e ricerca?
3) Di quali requisiti professionali sono in possesso le tre figure per essere state prescelte dal Dipartimento beni culturali di storia e cultura del testo e del documento?
4) Quale tipo di selezione è stata effettuata per la loro individuazione?
5) Hanno, queste persone, ricoperto incarichi all'Università (in particolare in questo Dipartimento) in passato tali da fornirgli oggi titolo di preferenza?
Alla Provincia avevo chiesto anche se, come e quando era stato fatto un bando di selezione, visto che si trattava di soldi pubblici, ma il Presidente mi ha risposto che non è questa cosa di sua competenza ma esclusivamente dell'Università...(questo naturalmente lo verificheremo).
Al Presidente Mazzoli sfugge pure il fatto che, essendo per questo procedimento, prevista una spesa superiore ai ventimila euro, doveva essere fatto un bando di evidenza pubblica, cosa che non è stata fatta...ma anche per questo ci saranno tempi e sedi diversi per discuterne.
Le risposte a queste domande sono indispensabili per fugare ogni dubbio che potrebbe sorgere tra i malpensanti, tra tutte quelle persone, cioè, che potrebbero pensare che l'Università si presti ai giochi di potere, finalizzati a superare le difficoltà oggettive ed arrivare senza troppi problemi ad effettuare "assunzioni facili", di poter assumere cioè a proprio piacimento chi si vuole e non chi, per meriti, avrebbe il sacrosanto diritto di ottenere quel particolare posto di lavoro.
Mi dispiace, Signor Rettore, aver dovuto chiamarla in ballo in una così squallida vicenda, ma al peggio non c'è mai fine, se squallida era per come è nata e come è stata gestita questa situazione, imperdonabile il comportamento meschino di chi, con le spalle al muro, cerca di scaricare su altri le proprie responsabilità. Il Presidente Mazzoli conosce bene come si è svolta tutta la vicenda, sa bene di chi sono le responsabilità, moralmente gravissime, di questo procedimento, sa bene chi ha voluto tutto questo e perché; invece di chiedere scusa alla comunità, scarica le proprie colpe cercando di infangare la Sua alta figura di Rettore ascrivendole colpe, che io so, lei non ha.
Con stima Francesco Bigiotti consigliere provinciale