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Riceviamo e pubblichiamo -
RdB scende in piazza con i lavoratori interessati dalla chiusura o dal ridimensionamento degli uffici pubblici per affermare i diritti dei lavoratori, dei cittadini, per il rilancio del ruolo pubblico dei servizi.
Martedì 8 maggio presidio in piazza del Plebiscito davanti alla Prefettura di Viterbo
Il Governo sta attuando il progetto che prevede la chiusura di 40 direzioni provinciali del Tesoro e di 40 ragionerie provinciali dello Stato tra le quali sono incluse molto probabilmente le sedi di Viterbo.
A ciò si aggiunge la proposta di soppressione degli uffici del pubblico registro automobilistico, rivisitazione delle funzioni del catasto con il conseguente ridimensionamento dell’Agenzia del Territorio, soppressione di molte filiali della Banca d’Italia, accorpamento degli istituti previdenziali.
Per i lavoratori significa esuberi, trasferimento su Roma, mobilità senza garanzie.
Per il territorio significa invece perdita di rappresentanza, ruolo e funzioni.
Lo smantellamento di questi uffici significa pregiudicare i diritti dei lavoratori e dell’utenza tramite disfunzioni nell’ erogazione dei servizi, significa anche forti ripercussioni sociali e familiari causati da mobilità o pendolarismo.
La nostra provincia non può permettersi la perdita di rappresentanza e di posti di lavoro senza che nessuno sollevi obiezioni, non si odono parole dalle parti sociali, politiche e istituzionali.
I Governi si alternano ma il progetto politico è sempre lo stesso, destrutturate il sistema pubblico favorendo sempre di più la via della centralizzazione e privatizzazione dei servizi.
Le devastanti precedenti riforme della pubblica amministrazione hanno generato molte privatizzazioni, mobilità, precarietà del lavoro nonché inefficienze e disfunzioni.
RdB Cub si oppone alla strumentale operazione mediatica che mostra i dipendenti pubblici come parassiti della società o fannulloni. Prima di accusare il lavoratore che guadagna mediamente 1200 euro al mese sarebbe opportuno verificare l’efficienza, quanto producono o quanto costano i manager o i dirigenti di questa pubblica amministrazione riformata.
A tutti i cittadini, alle organizzazioni sindacali alle istituzioni alle parti sociali in genere proponiamo una azione congiunta in difesa del ruolo della pubblica amministrazione e della presenza istituzionale sul territorio.
Al Governo chiediamo la riapertura di un confronto che non si basi semplicemente sulla ragioneria dei costi ma anche su quello delle funzioni e dei servizi al cittadino.
RdB