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Giulio Marini
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Senza filtro -Restituire alle Forze Armate l’onore della memoria storica è lo scopo del disegno di legge con cui il senatore Giulio Marini ha proposto la costituzione di un ufficio centrale presso il Ministero della Difesa con il compito di divulgare la documentazione storica testimoniante il comportamento e le azioni compiute dai reparti delle nostre Forze Armate dall’8 settembre 1943 all’8 maggio 1945, durante la guerra di liberazione.
A tal fine saranno posti alle dipendenze dell’ufficio centrale dei centri di ricerca, appositamente istituiti presso reparti, enti, depositi e uffici che custodiscono tutto il materiale cartaceo comprovante le azioni messe in atto dalla nostre Forze Armate per liberare il paese dalla morsa del nazifascismo.
Gli uffici periferici provvederanno, quindi, a raccogliere, stampare e catalogare diari storici, ruolini tascabili, corrispondenza e ordini di servizio intercorsi tra comandi, reparti ed enti, riguardanti le singole operazioni belliche attuate in quegli anni dalle nostre unità militari.
I centri di ricerca periferici dovranno inoltre redigere un censimento dei soldati impegnati in battaglia in quel periodo e dei prigionieri di guerra detenuti nei campi di prigionia in Italia e all’Estero.
Il catalogo delle pubblicazioni e dei filmati sarà inviato al Ministero della Pubblica Istruzione per la successiva diramazione ai Provveditorati agli studi ed ai Presidi degli istituti di scuola media superiore.
Vasto spazio in questo lavoro di ricerca e archiviazione sarà dato anche al grande contributo che le Forze Armate non mancano mai di prestare nelle missioni di pace all’estero e in caso di pubbliche calamità.
Il fine ultimo del disegno di legge è quello di incoraggiare nuovi percorsi didattici nelle scuole in grado di proporre una visuale più ampia della storia della nostra Repubblica.
Basti pensare che nessuno delle decine e decine di Istituti storici finanziati dallo Stato e dagli Enti locali ha mai parlato di come la Resistenza sia iniziata nell’8 settembre 1943 ad opera delle Forze Armate e che le prime unità partigiane sono state costituite da ufficiali, sottoufficiali e militari di truppa che, per sfuggire ai tedeschi, si rifugiarono in montagna.
Il rispetto della verità oggi ci impone di dedicare qualche pagina dei libri di storia all’enorme tributo pagato dai “Regolari” per la conquista della libertà e della democrazia e di ricordare più spesso l’importante lavoro che le forze dell’ordine, il più delle volte lontano dai nostri occhi, svolgono quotidianamente per la sicurezza e l’incolumità della comunità sociale.