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Alessandro Mazzoli
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- A Civita Castellana consiglio provinciale aperto sul distretto ceramico, aperto dall'intervento del sindaco Giampieri.
"Il settore delle stoviglierie è in una fase critica. La procedura per il riconoscimento si è accelerata in questa fase, il presidente della Provincia si è speso, insieme a sindaci e associazioni di categoria, con tutte le sue forze e gliene ho sempre dato atto pubblicamente. Il tavolo ministeriale è durato anni, ma siamo riusciti a mettere la nostra firma su un documento importante come il protocollo d’intesa che considera Civita area di crisi.
Avere un momento di confronto diretto è un’occasione di concertazione importantissima, per capire quali sono le esigenze del territorio.
Il Centro Ceramica è la struttura scelta dal ministero affinché presenti le progettualità per ottenere poi i finanziamenti.
La firma ha comportato una spinta propulsiva per il Centro per far capire l’importanza che tutti i soggetti del territorio, in primi luogo i sindaci, aderissero a questo strumento. Il 25% del Centro è pubblico, il 75% deve essere acquisito dalle imprese del territorio. Questa è la fase propedeutica affinché il Centro diventi più rappresentativo”.
Il presidente Alessandro Mazzoli legge la sua relazione introduttiva: “Grazie a tutti per la presenza, in primo luogo grazie al Comune e al sindaco che ci ospita. Questa è una sessione straordinaria del consiglio per avere un confronto più ampio con il territorio.
Questo appuntamento lo ritengo cruciale per confrontarci con tutti. Va rispettata la sede del consiglio provinciale come consesso in cui non si fanno le chiacchiere ma si prendono le decisioni a favore del territorio. Al momento della firma del protocollo, vennero dati 4 mesi di tempo per Fare alcune cose. I 4 mesi scadono a fine maggio, ora dobbiamo fare il punto. LA firma del protocollo è arrivata dopo mesi di duro lavoro e concertazione. Abbiamo fatto forza sul lavoro di sindacati, organizzazione di categoria, amministrazioni e Centro Ceramica. Sono stati anni di lotta per difendere la possibilità di far tornare a crescere il distretto industriale. Questa possibilità è stata colta con la firma del protocollo, che però non risolve immediatamente tutti i problemi, bensì indica degli obiettivi e chiama tutti a fare la propria parte.
L’obiettivo di investire 20 milioni di euro sul distretto è una grande opportunità da cogliere insieme, presentando progetti che consentano l’utilizzo di quelle risorse. Se saremo bravi la cifra può superare i 20 milioni, altrimenti non arriveremo neanche a quella cifra. Il protocollo, su come uscire dalla crisi, individua tre obiettivi. Il primo è ricerca, sviluppo e innovazione.
Il tutto da realizzare anche in collaborazione con il Parco scientifico e tecnologico. Il secondo obiettivo: ridurre il disagio sociale e aumentare l’occupabilità, utilizzando ammortizzatori sociali e ricorrendo a procedure in deroga, con un’attenzione particolare alle donne. Il terzo obiettivo: favorire e attrarre investimenti produttivi. Questi obiettivi richiedono un impegno da parte di tutti.
Un aspetto fondamentale è che il ministero dice che è necessario un soggetto presente sul territorio che sia l’interlocutore di questo rilancio. Il soggetto è individuato nel Centro Ceramico che ha cambiato il suo assetto societario per diventare più rappresentativo. Ho ricevuto la richiesta di poter prevedere nella parte pubblica la partecipazione del Polo formativo tecnologico. La parte pubblica ha il suo 25% con l’aggiunta del 5% per cinque Comuni. Il 70% di quote restanti verranno ripartite in base alle richieste dei privati. Entro maggio cercherei di chiudere, stringendo i tempi.
Analoghi tempi se li sono dati i soggetti privati. Non saranno finanziamenti a pioggia. E’ prevista anche una cabina di regia per gestire il protocollo.
Negli ultimi giorni al ministero c’è stata un’altra riunione. Il Governo precisa che il protocollo ha carattere pilota rispetto al fondo istituito dalla Finanziaria. Nel corso di questo anno la Provincia e la Regione ha partecipato al bando per la copertura con la banda larga delle aree industriali tramite il Parco scientifico e tecnologico”.