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Osvaldo Ercoli
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- La data del 12 maggio fissata dall'associazionismo cattolico per la manifestazione del "family day", contro i "Di, co " e a "difesa della famiglia", non è una scelta casuale, ma una scelta preludio di una rivincita, e foriera di una riscossa.
Il 12 - maggio 1974 l'Italia si scoprì laica, prendendo consapevolezza e coscienza delle scelte personali ed intime degli individui, e la scelta del divorzio fu il frutto della sua maturità raggiunta
La riscossa auspicata nell'immediato dall'apparato Vaticano e dai suoi sudditi sembra essere l'affossamento della proposta di legge governativa sui diritti dei conviventi(Di.co), legge che minerebbe secondo la CEI e le associazioni cattoliche la stabilità della famiglia.
La Francia, la Germania, la Bielorussia, l'Inghilterra, la Spagna, il Benelux, la Scandinavia, che hanno già legiferato sui PACS, e con leggi, rispetto le quali, la nostra è una pallida versione, non mi risulta che siano cadute nella disgregazione della famiglia e nell'abisso di amoralità che pretestuosamente si agita.
É assurdo ed illogico sostenere che con i Di.co. si scardina e distrugge la famiglia; con i Di.co.si vuole solo prendere atto di una realtà sociale preesistente, ossia che anche nel nostro paese si presenta una nutrita varietà d'unioni fuori del tradizionale matrimonio sacramentale.
Tutti sanno che le coppie di fatto etero e omosessuali sono milioni attualmente in Italia, e senza distinzione né di religione, né di credo politico, né di livello sociale ma tutte nella convinzione di esercitare un loro diritto di libertà di scelta svincolati da ogni forma di proibizionismo.
I Di.co. vogliono solo mettere un ordine legale in questa realtà, condivisibile o non condivisibile, ma già esistente nella società italiana, per rendere più facile la vita civile, economica, e sociale con una legge che è diventata necessaria e inderogabile, ma che non impone i suoi modelli come unici, ed obbligatori a chi non li riconosce.
Sia ben chiaro nessuno chiede ai cattolici, in particolare del centro sinistra, di cambiare le proprie opinioni sulla sessualità o sui fini e la natura della famiglia, ma solo il riconoscimento dei diritti dei conviventi etero e omosessuali, come è formulato in modo chiaro nel programma dell'Unione, e che quindi sancisce il superamento di ogni orientamento sessuale senza se e senza ma.
Sentir parlare invece, a proposito di Gai, l'on.Bindi e l'on. Binetti, di "devianza", di"è meglio che un bambino rimanga in Africa o che sia adottato da una coppia omosessuale", significa portare nel dibattito politico una condanna dell'omosessualità, lesiva della dignità delle persone, e che tende ad escluderle dal comune orizzonte dell'umanita; atteggiamento non dissimile dal giogo della sharia degli Stati mussulmani.
Cattolici in buona fede provate a distinguere fra i messaggi che farebbe Gesù, e i messaggi che fanno i vari Ruini di turno; non lo consiglio io ma la lettura della storia crudele dell'inquisizione, e la lettura della poco umana e devota storia delle Crociate.
Osvaldo Ercoli.