Riceviamo e pubblichiamo - Il 12 maggio 1957, esattamente cinquanta anni fa, il pilota Piero Taruffi vinceva, dopo tredici sfortunati tentativi, la Mille Miglia, la gara forse più importante del periodo pionieristico dell’ automobilismo sportivo; disputata per la prima volta nel 1927 sul percorso Brescia-Roma-Brescia annovera nel suo albo d’oro nomi prestigiosi quali quelli di Tazio Nuvolari, Clemente Biondetti, Alberto Ascari,Eugenio Castellotti, Stirling Moss, i fratelli Marzotto, Luigi Villoresi e Felice Bonetto.
Piero Taruffi era ormai al termine di una prestigiosa carriera ( aveva 51 anni ) durante la quale aveva vinto tutto quello che era possibile vincere tranne questa gara: il 1957 sarebbe stato l’ anno decisivo anche perché Taruffi aveva a disposizione la Ferrari 415 S insieme a Collins, Von Trips e De Portago…..ed infatti Taruffi vinse ma il destino volle che l’ edizione della Mille Miglia del 1957 fosse anche l’ ultima ad essere disputata perché un altro bolide rosso, quello di Alfonso De Portago, fu protagonista di un terribile incidente: per lo scoppio di un pneumatico il pilota perse il controllo della vettura nel rettilineo di Guidizzolo a trenta chilometri dall’ arrivo e la Ferrari travolse gli spettatori causando la morte di dodici di loro ( fra i quali cinque bambini), dello stesso pilota e del co-pilota Edmond Nelson.
Quel tragico episodio segnò la fine della Mille Miglia e di tutte le corse su strada e da allora le competizioni iniziarono a svolgersi esclusivamente in circuito.
L’ Associazione Piero Taruffi, fondata nel 1988, anno della morte del Campione, vuole oggi ricordarne la grande impresa sportiva per la quale è celebre in tutto il mondo ma vuole altresì ricordare tutte le vittime dell’ automobilismo sportivo che sono state numerosissime soprattutto perché nella prima metà del secolo scorso le misure di sicurezza per i piloti ed il pubblico erano veramente molto scarse…fu proprio Piero Taruffi a brevettare il casco integrale e ad indossare, fra i primi, le cinture di sicurezza.
Purtroppo non bastò la decisione di sospendere le gare su strada ad interrompere la lunga lista degli incidenti mortali che però sembrano essersi interrotti il 1 maggio 1994 quando sul circuito di Imola persero la vita in due distinti incidenti il tedesco Ratzenberger ed il Campionissimo Ayrton Senna.
Ma chi non ricorda, tanto per citarne alcuni, i ferraristi Musso, Castellotti, Alberto Ascari e Lorenzo Bandini?
E poi come non citare Michele Alboreto, Ignazio Giunti, Jochen Rindt e via dicendo?
A tutti loro ed a tutti coloro i quali hanno sacrificato la propria vita per rendere più sicure le automobili sulle quali oggi viaggiamo va il nostro commosso ricordo e la nostra riconoscente preghiera.