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- Perché la Verentana è pericolosa
Premetto che non sono ingegnere e quindi sarò poco tecnico, ma ho percorso quel tratto di strada centinaia di volte (da ex pendolare del luogo), con macchine diverse e a velocità diverse, per sapere bene quali spinte la strada induca alla macchina in quel tratto (a scendere da Valentano verso Capodimonte).
Parlo di "tratto" di strada, perché la curva Faina è solo un aspetto (quello che innesca l’incidente), ma la cosa va vista per almeno 500 metri da prima a dopo.
Prima di affrontare la curva Faina, la macchina esce da un curvone ampio e veloce verso destra, poi fa un'altra curva verso sinistra.
Quindi la macchina arriva ad imboccare la curva Faina con una spinta che la indirizza verso sinistra prima e verso destra poi. Questo fatto va considerato perché la macchina, per fare la curva Faina, richiede una sterzata maggiore del previsto per correggere le due traieottorie indotte dal passaggio veloce destra - sinistra.
Poi, proprio mentre si affronta la curva incriminata, con la sterzata amplificata per il motivo detto, si assiste ad una rapida variazione di pendenza, passando da una discesa normale e rassicurante ad una pericolosa (che a mio avviso dovrebbe essere segnalata).
Questo fatto induce una spinta verso l'alto che fa sì che la macchina acquisti un peso apparente sulle ruote molto minore di quello reale: è come se un'auto di 1000 Kg pesi in quel momento la metà sulle ruote (ma in modo sbilanciato tra destra e sinistra).
Percorrendo la curva Faina, l'auto si trova ad essere sottoposta ad una forza che la spinge in una direzione e un'altra che la sospinge verso l'alto, tanto che il peso apparente sulle ruote di sinistra potrebbe essere tendenzialmente uguale a zero.
Quindi si deve affrontare la curva con uno sbilanciamento di peso notevole tra destra e sinistra e tra baricentro e parte alta. Finita la curva Faina, l'auto, ancora sotto l'effetto delle spinte che ho detto, deve di nuovo affrontare una curva verso destra.
A questo punto, per l'effetto del peso sulle ruote di sinistra, che potrebbe essere diventato uguale a zero, lo sterzo diventa tanto più inefficiente quanto più il peso apparente si avvicina allo zero, inducendo il guidatore a sterzare più del necessario.
La maggiore sterzata, una volta che il peso sulle ruote di sinistra si sia ristabilito (avviene dopo pochi attimi), ha l'effetto di mandare l'auto fuori strada sulla destra (o spinge il guidatore a fare una controsterzata che lo porta dalla parte opposta).
Ovviamente tanto maggiore è la velocità tanto maggiori saranno le spinte.
Tutto ciò mi fa pensare che l'intero tratto di strada in esame sia pericoloso, perché mal progettato e privo di adeguate segnalazioni.
La soluzione non è l’autovelox, come invocato da qualcuno, dato che i ragazzi potrebbero non adeguarsi. Il problema è rivedere la strada in quel tratto, anche se la cosa migliore sarebbe stata, al momento della realizzazione, avere meno rispetto per la proprietà privata (espropriabile per interesse pubblico) e fare la strada dritta.
Ricordiamo infatti che il nuovo tracciato doveva sostituire il vecchio perché ritenuto troppo pericoloso. Ma sul vecchio, dove correva la Millemiglia a suo tempo, si sono contati meno incidenti rispetto alla moderna variante della Curva Faina (forse perché non c’erano le pendenze che sono state introdotte con il nuovo tracciato).
Mi scuso per il modo poco tecnico che ho usato per descrivere “questioni di fisica”, ma sono sicuro che un bravo ingegnere saprà farsi due conti, calcolatore alla mano, e verificare quanto ho detto.
Se anche in sede di progettazione si fossero fatti due conti, avremmo qualche ragazzo in più nei comuni intorno al lago.
Giovanni Firmani