Riceviamo e pubblichiamo- Ieri si è svolta nella sala conferenze della camera del lavoro Cgil una riunione del personale medico, infermieristico e di polizia penitenziaria operante presso il Carcere di Viterbo.
Alla riunione ha preso parteGiuseppe Parroncini, capogruppo Ulivo alla Regione Lazio, il Responsabile Sanità Cgil Funzione Pubblica, Sergio Sanapo, il consigliere nazionale della Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria Enrico Giuliani, il coordinatore sanitario del carcere di Viterbo Franco Lepri, il responsabile dell’unità operativa di medicina penitenziaria di Belcolle Giulio Starnini.
I lavori sono stati introdotti da Giuliani che ha presentato la situazione sanitaria del carcere di Viterbo evidenziando le gravissime difficoltà operative in cui versano i servizi sanitari penitenziari della struttura dopo gli indiscriminati tagli di personale e servizi pari al circa 30% delle forze operanti, apportati dal provveditorato dell’amministrazione penitenziaria nel 2006 a seguito della legge d’indulto.
Di fatto oggi la popolazione detenuta è nuovamente aumentata tornando ai livelli d’allarme dello scorso anno (oltre 500 unità), di contro ci troviamo adesso ad avere in servizio un solo medico di guardia nelle 24 ore e un affiancamento di tre ore la mattina da parte di un solo altro medico.
Dimezzata l’assistenza infermieristica!
Alle proteste si è associato Lepri che ha lamentato la mancanza di programmazione finanziaria da parte del provveditorato dell’amministrazione penitenziaria del Lazio e la gravissima situazione sanitaria interna con il 30% della popolazione detenuta tossicodipendente, il 35% circa extracomunitaria, moltissimi affetti da epatiti (b e c), numerosi sieropositivi da HIV, moltissimi affetti da patologie psichiatriche.
A questo si somma, ha aggiunto poi Gino Federici, rappresentante Cgil della polizia penitenziaria di Viterbo, la grave carenza di personale di polizia penitenziaria e gli alti livelli di sicurezza che caratterizzano la struttura viterbese e che impongono una particolare attenzione sanitaria ai molti detenuti pericolosi ivi internati.
Il sovraccarico di lavoro dei sanitari del carcere e l’impossibilità di far fronte a tutte le istanze di salute dei detenuti potrebbero determinare la corsa all’ospedalizzazione a Belcolle.
Anche Sanapo ha ricordato come sia necessario garantire livelli di salute sovrapponibili a quelli della popolazione libera auspicando un sollecito ripristino dei livelli assistenziali pre indulto.
Parroncini da ultimo ha raccolto le istanze del personale sanitario del carcere di Viterbo, ormai assolutamente provato da questo stato dei fatti e sull’orlo del burn out (solo nelle ultime due settimane tre infermieri si sono dimessi dall’incarico) e ha assicurato il proprio intervento nelle opportune sedi (provveditore del lazio Zaccagnino) affinchè venga immediatamente ripristinato il monte orario medico e infermieristico che era previsto prima dei tagli anche poichè ormai presso il carcere di Viterbo la popolazione detenuta è quasi tornata agli stessi livelli del 200 (attualmente due sezioni del carcere sono chiuse per ristrutturazione ma a breve saranno nuovamente aperte con immediata disponibilità di circa 100 posti).
Da ultimo Starnini ha ricordato come vi sia in atto una legge di riforma della sanità penitenziaria che dovrebbe dal primo gennaio 2008 far transitare competenze e personale dal ministero della giustizia a quello della salute.
Simspe (Società italiana di medicina e sanità penitenziaria) Onlus