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Giuseppe Parroncini
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- “C’è qualcuno che ama fare il gioco delle tre carte. Mi dispiace, ma non mi siedo a giocare.
Piuttosto, ciascuno faccia la propria parte, al proprio livello istituzionale, nel rispetto del mandato che gli è stato affidato dagli elettori”. Così Giuseppe Parroncini, capogruppo dell’Ulivo alla Pisana, a proposito della polemica, definita “pretestuosa”, che si sta tentando di alimentare sul tema dell’aeroporto a Viterbo.
“La mia posizione sullo scalo nel capoluogo della Tuscia è stata sempre chiarissima, anche in tempi in cui molti si mostravano tiepidi se non contrari a questa prospettiva, ritenendo che fossero altre le priorità in tema di infrastrutture.
Oggi siamo, finalmente, alla vigilia di una decisione importante per il futuro del sistema aeroportuale del Lazio.
Nel mio ruolo di consigliere regionale eletto nella provincia di Viterbo e di capogruppo dell’Ulivo, sostengo la linea che abbiamo concordato anche con il presidente Marrazzo e che, del resto, tutte le forze impegnate per la realizzazione dell’aeroporto a Viterbo chiedono che prevalga: la scelta deve essere squisitamente tecnica.
Usciamo dalle logiche del campanile. Sapendo - dice Parroncini - che gli studi dell’Enac e dell’Enav, così come quelli commissionati dalla Savit, danno in pole position Viterbo, soprattutto sotto il profilo della sicurezza”.
“Bisogna però essere precisi su un punto: la Regione esprimerà le proprie valutazioni, ma la scelta finale spetta al ministro Bianchi. Invito dunque chi ricopre alti incarichi in Parlamento a rivolgere le proprie sollecitazioni in questa direzione”, prosegue il capogruppo dell’Ulivo.
“Se poi qualcuno, in preda a evidente nervosismo, vuole sollevare, con argomenti pretestuosi, il polverone contro la Regione e il sottoscritto solo per catturare consensi alle elezioni primarie per il Partito Democratico, si accomodi, ma produce almeno due effetti negativi: invia ai cittadini un segnale di esasperata competizione e, soprattutto, di divisione, quando invece ci si deve impegnare perché il Pd sia davvero il partito che unisce l’Italia, il Lazio e questa provincia.
Inoltre, rischia di innescare, tra le istituzioni locali, un clima conflittuale, mentre, nell’interesse collettivo, va affermato un forte senso di squadra.
Comunque, avverto subito: su questa strada, non sono disposto a seguire nessuno”, sottolinea Parroncini, che conclude: “C’è chi fa la cicala, chi la formica.
Noi abbiamo scelto di fare la formica: lavorare lontano dai riflettori e portare a casa i risultati”.