Riceviamo e pubblichiamo - Si è conclusa ieri, martedì nove ottobre, la missione in Islanda del senatore di Forza Italia Giulio Marini.
Marini, in veste di membro della delegazione italiana nella Nato e componente della commissione Difesa e Sicurezza, ha partecipato all’assemblea parlamentare della Nato, che si è tenuta in Islanda a Reykjavik.
Si tratta di un incontro che avviene ogni anno tra i delegati dei vari paesi appartenenti all’alleanza del nord Atlantico.
L’assemblea, iniziata venerdì cinque ottobre, si è protratta per quattro giorni, durante i quali i convenuti hanno esaminato i provvedimenti da adottare in relazione alle vicende attuali, alle missioni di peacekeeping e più in generale alla vita politica della Nato.
Alla sessione autunnale di Reykjavik sono state approvate risoluzioni importanti per favorire l’entrata nella Nato dei paesi dell’ Adriatico.
Le linee generali emerse dal vertice confermano, infatti, l’intenzione dell’Alleanza di proseguire sulla strada di una “politica aperta” che porti ben presto ad aumentare il numero dei paesi aderenti al patto Atlantico.
L’ingresso di nuovi Stati negli ultimi anni ha sensibilmente rafforzato la sicurezza e la stabilità nella zona euroatlantica nel suo insieme, e ha nel contempo reso disponibili nuove e maggiori energie per la realizzazione delle iniziative della Nato.
In considerazione di ciò le risoluzioni presentate in assemblea hanno esortato i paesi candidati - Albania, Croazia e l’ex Repubblica Jugoslavia di Macedonia - a proseguire sul cammino delle riforme avviate, che li condurrà a diventare membri della Nato.
L’Albania, in particolare, ha profondamente ristrutturato il proprio potenziale aereo, focalizzandosi sulla realizzazione di un sistema di sorveglianza aerea dello spazio nazionale, sulla capacità di Difesa e sulle missioni umanitarie.
Naturalmente il suo contributo militare all’ Alleanza rimane ancora marginale, ma il processo di riforme avviate con il supporto e l’aiuto dei paesi già membri della Nato, lascia ben intravedere un suo interessante contributo nell’immediato futuro.
Grande centralità è stata ancora una volta riservata alla questione afgana e alla proliferazione dei missili.
Da gennaio a marzo 2007 è aumentato il contributo di truppe e finanziario a supporto della missione nel suo complesso.
Uomini e mezzi sono stati inviati dalla Repubblica Ceca, dalla Lettonia dalla Lituania, dalla Slovacchia, dalla Norvegia. Il Regno Unito ha rafforzato con l’invio di altri uomini le truppe inglesi già stanziate in Afghanistan, mentre Francia e Germania hanno assicurato un ulteriore supporto aereo.
L’Italia si è impegnata anche nel settore della giustizia e dello stato di diritto, coordinando durante la conferenza dei paesi donatori tenutasi a Roma nel luglio 2007 gli impegni internazionali di spesa.
I fondi sono stati convogliati a sostegno della formazione di magistrati afgani, del personale della polizia e della costruzione di nuove prigioni ed altre infrastrutture.
Forza Italia