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- E’ toccato al sindaco di Viterbo Giancarlo Gabbianelli trarre le conclusioni del convegno “Gestire il fenomeno dell’asilo:l’Unione Europea, gli Enti Locali italiani e la governance multilivello”, che si è tenuto al Parlamento Europeo e che è stato introdotto dall’on.Lilli Gruber , relatrice sul piano d’azione sull’immigrazione legale.
Gabbianelli ha ringraziato i numerosi presenti per la partecipazione e per gli utili spunti fornitigli in ordine al parere che gli è stato affidato dal Comitato delle Regioni sul tema “Il futuro regime di asilo europeo” e che verrà presentato dallo stesso sindaco di Viterbo alla Commissione Affari Costituzionali del CoR il prossimo 23 ottobre in prima lettura.
Successivamente, il 7 novembre, Gabbianelli si relazionerà con il vice Presidente della Commissione Europea e responsabile della Giustizia e Affari Interni della stessa Commissione on. Franco Frattini, e riproporrà in seconda lettura alla Commissione CONST il proprio parere il 7 dicembre, per poi arrivare a proporlo al Parlamento Europeo degli Enti Locali ( il Comitato delle Regioni) nella seduta plenaria del febbraio 2008.
Gabbianelli ha aperto il suo intervento dicendo che “se oggi l’Italia non è più il “colabrodo d’Europa”, come la definì 4 anni fa Muriel Guin, capo unità solidarietà finanziaria per l’Asilo, l’immigrazione e le frontiere della CE, ciò è dovuto anche alla legge del 2002 ( la Bossi-Fini) che ha ridefinito il problema dell’immigrazione anche in ordine alle problematiche dell’asilo.
E’ grave anche ha continuato Gabbianelli - come ha riferito la Guin, che vi sia un solo Paese in Europa che non ha fornito dati, ovvero l’Italia.
Sono proprio gli Enti Locali ad essere in prima linea sul problema dei richiedenti asilo: il primo problema che si presenta ad essi è quello dell’integrazione, a cominciare dal fare dei corsi di lingua del Paese di arrivo, al fine di provvedere all’inserimento socio-lavorativo del richiedente asilo o di coloro che sono in grado di essere dichiarati titolari di protezione umanitaria.
Occorre poi provvedere non solo all’assistenza sanitaria , ma anche a quella psicologica: tra coloro che richiedono ciò che è previsto dalla legge ci sono persone vittime di torture e vessazioni di ogni tipo; è importante anche integrare i bambini fin dalla più tenera età all’interno delle strutture scolastiche del Paese di arrivo, onde permettere che, al termine del percorso di integrazione, possa verificarsi la libera scelta di poter permanere in un Paese d’Europa o approfittare dei fondi previsti per il ritorno nei Paesi d’origine, laddove fossero cambiate le condizioni di partenza.
Nel parere, Gabbianelli ha citato come sia importante armonizzare le norme tra esigenze di sicurezza delle popolazioni autoctone e il rispetto dei diritti umani e come sia necessario provvedere ad aumentare le risorse previste dal Fondo Europeo per i profughi, l’integrazione e le frontiere esterne, al fine di poter agire nel modo migliore sulla gestione di questo importante problema:
“ Occorreha dettounificare le procedure di individuazione e trattamento in tutta Europa, in modo che le decisioni assunte in un Paese europeo possano essere riconosciute in ogni Paese dell’Unione, così come è indispensabile procedere alla formazione e all’aggiornamento di tutti gli operatori del settore, per avere assoluta certezza dell’identità del richiedente asilo e protezione umanitaria, della sua storia personale e dell’effettiva sussistenza dei requisiti, nonché di un trattamento sociale che non deve vedere penalizzazioni o discriminazioni, ove esistano i presupposti lavorativi, in qualsivoglia Paese europeo.”
Gabbianelli ha concluso il suo intervento, che è stato molto apprezzato, sottolineando come il libro verde della Commissione Europea, soprattutto nella parte affidatagli dal CoR, rappresenti una occasione unica per collegare buone pratiche, governance multilivello e una politica europea per l’immigrazione che sia uniforme e giusta.