Riceviamo e pubblichiamo - A due giorni dal voto per il Partito Democratico, provo sconcerto e amarezza, per quanto sta avvenendo a Viterbo.
Ci troviamo dinanzi ad una assurda situazione che vanifica gli sforzi di tutti quelli, come me, che in questi mesi si sono adoperati perché si desse vita ad una competizione politica anche partendo da posizioni diverse, ma pur sempre legittime.
Le parole di Francesco Ciprini, segretario della Margherita, unite a quelle di Giuseppe Fioroni e di altri autorevoli esponente del Listone, e le conseguenti reazioni di esponenti dell’altra lista, che pur sostengo, stanno creano una confusione grave e paradossale che non aiuta certamente il cittadino che si appresta al voto.
Vogliamo forse che il Pd muoia, prima di nascere?
Quale futuro può avere un partito in cui viene negato il pluralismo delle idee? Quale futuro può avere il Partito democratico che proprio nel momento supremo della gestazione si qualifica per un attacco proditorio al presidente della Regione Marrazzo?
L’opinione pubblica non può capire una siffatta situazione, così come gli stessi giornali oggi sottolineano.
Sull’aeroporto di Viterbo, rifiuto a priori l’atteggiamento di quei dirigenti, di vecchio e nuovo conio, che stanno strumentalizzando questa vicenda, contrapponendo Viterbo a Frosinone, mettendo in imbarazzo l’ente regionale che deve legiferare nell’interesse collettivo e non di chi cerca di raccattare qualche voto in più alle elezioni di domenica prossima.
Credo quindi che si debba fare tutti un passo indietro affinché l’entusiasmo nato con la candidatura di Walter Veltroni, sia foriero di una bella domenica di voto, libero e partecipato. Non deludiamo gli elettori del Pd. Riportiamo il confronto sul terreno delle idee.
Adoperiamoci tutti in questi giorni che rimangono per portare quanta più gente possibile al voto e che alla Lista “Con Veltroni sinistra riformista, innovazione e ambiente” arrida un bel successo.
Teniamo ben in mente che il 15 ottobre faremo tutti parte dello stesso partito. Ma teniamo ancor più presente che senza una sinistra forte, per il Partito democratico non ci sarà futuro.
Quarto Trabacchini.