Riceviamo e pubblichiamo - Egregio direttore,
se è vero come è vero che “ogni pazienza ha un limite”, bisogna dire che in questi ultimi giorni in diversi si sono dati da fare per alzare l’asticella a livelli siderali.
Almeno così è sembrato a tanta gente, e sicuramente a noi membri dell’Associazione per il Partito Democratico della provincia di Viterbo, nel seguire il dibattito sulle ormai imminenti elezioni primarie del 14 ottobre.
Anche limitandosi a seguire le cronache della carta stampata, ci si accorge che qualcosa non funziona.
Le liste in competizione per l’elezione dell’assemblea costituente nazionale del PD sono quattro, tre per quella regionale: perché i giornali, salvo rare, lodevoli eccezioni, hanno parlato solo delle due liste in appoggio a Veltroni? Forse i sostenitori di Rosy Bindi e quelli di Enrico Letta non hanno dignità di citazione?
Eppure c’è interesse, da parte dei cittadini-elettori, nei confronti di una più ampia pluralità di opinioni.
Osiamo affermarlo, dato che ieri il nostro sito www.apdviterbo.it, mediante il quale abbiamo cercato di dare la più completa informazione su liste, programmi, candidati e dibattiti, è andato in tilt per eccesso di contatti. Capita, con centinaia di accessi al giorno. Ma pazienza.
Anche nel valutare i toni del dibattito, aspri ogni limite, non c’è da stare allegri. E’ concepibile, nell’anno di grazia 2007, ascoltare un potentissimo della nomenclatura bacchettare un compagno di partito, “reo” di aver promosso un’altra lista, per aver compiuto “un grave errore politico” “disperdendo il consenso”? Ma dove siamo, alle primarie del Partito Democratico o alle elezioni del comitato centrale del PCUS?
E’ accettabile vedere un giovane segretario di partito, nonché novello consigliere comunale ripescato dal limbo dei non eletti grazie alla nomina di un assessore in Provincia, attaccare strumentalmente un consigliere regionale, la cui attività amministrativa si può più o meno o anche per nulla condividere, solo perché non si è piegato agli ordini di scuderia? Bah, pazienza anche qui.
C’è però il famoso limite oltre il quale non si può pazientare, oltre il quale sentiamo invece il dovere, come cittadini-utenti-contribuenti, molto prima che come persone impegnate in politica, di indignarci e battere i pugni sul tavolo.
Quel limite lo abbiamo ritenuto abbondantemente raggiunto e superato, quando abbiamo visto pubblicato su una intera pagina a pagamento, sul maggior quotidiano locale, un appello firmato da ben 309 operatori dell’Azienda Sanitaria locale di Viterbo a sostegno della lista “Democratici con Veltroni”, quella, per intenderci, capitanata dal Ministro Fioroni e dal tesoriere Sposetti.
La lista, manco a dirlo, è aperta dal direttore Generale Aloisio e da quello sanitario, prof. Compagnoni. Ci mancherebbe, anche i dirigenti della ASL hanno diritto a dire pubblicamente la loro, guai se così non fosse.
Ma quando si hanno grandi responsabilità nel servizio pubblico più importante, più delicato, più intimamente vicino ai cittadini, un po’ distacco, di misura di senso delle istituzioni, certo non guasterebbe.
“A Belcolle nasce il partito Asldemocratico” ha avuto buon gioco a titolare “il Messaggero”.
Se nutriamo seri dubbi su quanto ci sia di democratico in tutto questo, abbiamo la granitica certezza che la Asl non debba essere ridotta a un partito.
Con involontaria comicità, nell’appello dei 309 si parla di “riaffermare la dimensione etica dell’azione politica ed amministrativa” e di “principi di trasparenza, rispetto delle regole, valorizzazione del merito e delle competenze”.
E come vogliamo metterli in pratica, questi principi? utilizzando centinaia di operatori del Servizio Sanitario Nazionale per sostenere questo o quel candidato?
Sia ben chiaro, noi non abbiamo assolutamente nulla contro queste persone-professionisti, tecnici, impiegati di assoluto valore.
Del resto, credo che ad ognuno di noi capiti, scorrendo la lunga lista, di vedere nomi di persone che hanno aiutato noi e i nostri cari, eseguendo interventi, prescrivendo terapie, prenotando un esame, spingendo una barella.
E’ proprio per la stima e la riconoscenza che nutriamo per tutti e ciascuno di questi professionisti della salute, che ci dispiace vederli schierati come truppe cammellate, a servizio di una certa politica che cerca di predicare bene, e riesce a razzolare malissimo.
Domenica andremo a votare per una politica che serve le istituzioni, non per politici che delle istituzioni si servono. Sfrontatamente.
APD Viterbo