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Lino Rocchi |
Riceviamo e pubblichiamo - In questi giorni vari esponenti politici e sindacali hanno espresso la loro soddisfazione per il referendum indetto da CGIL CISL e UIL su welfare e pensioni, definendolo grande momento di democrazia.
Il referendum può rappresentare espressione di democrazia solo se fatto nel rispetto di regole chiare, uniformi sul territorio, che garantiscano la correttezza delle operazioni.
CGIL CISL e UIL hanno strumentalmente chiamato i lavoratori ad una consultazione senza regole e senza garanzie di correttezza, neanche quella formale.
Il referendum proposto dalla triplice aveva il solo scopo di legittimare, tramite una falsa prassi democratica, un’intesa che avevano già sottoscritto, un’intesa in cui, purtroppo, vincono banchieri, confindustria, governo e dove perdono lavoratori, precari e pensionati.
Quanto afferma la Rdb Cub, in merito all’assenza di regole è stato confermato persino da dirigenti nazionali della Cgil come Giorgio Cremaschi che, nella sua lettera inviata alla commissione nazionale e alle segreterie di CGIL CISL e UIL, recita “con la presente sono a segnalarvi gravi contraddizioni, mancanze di trasparenza, disinformazioni e scorrettezze che stanno avvenendo nella consultazione in atto sul protocollo del 23/7/2007”, segnalando che sono state avviate le procedure di voto senza la definizione di sedi precise dove raccogliere e conservare, fino allo spoglio, le schede votate; che non sono state messe in atto procedure per impedire che nei seggi le persone possano votare più di una volta, e via discorrendo.
L’intesa nel merito, rappresenta un atto di continuità con la politica portata avanti dal precedente governo di centrodestra e falsamente contestata dall’attuale, in quanto conferma e peggiora l’impostazione della legge 30: non solo quello che c’era resta, ma addirittura, si estendono all’infinito i “contratti a termine”.
È un passo ulteriore verso la “precarizzazione a vita” dei lavoratori. La legge tanto contestata che introduce 44 tipologie contrattuali diverse e senza garanzie resta, di fatto, invariata e il discount dei contratti di lavoro precari e atipici resta aperto.
In tema di previdenza viene integralmente confermata l’impostazione Maroni e lo scalone viene soltanto trasformato in scalini aggravato da una riduzione dei coefficenti di calcolo della pensione a partire dal 2010.
Questa grottesca rappresentazione di uno strumento serio quale Il referendum, è stato fortemente sostenuto, promosso e pubblicizzato da autorevoli esponenti di governo e di confindustria, cioè dalla controparte dei lavoratori e questo, la dice lunga sui reali motivi della consultazione, il governo ha chiesto una stampella di sostegno ai suoi amici e loro sono corsi come tanti servitor cortesi a dispetto dei lavoratori e cittadini italiani.
Credere che i cittadini siano sempre senza testa e senza memoria a lungo andare non paga.
I lavoratori hanno ben compreso quale e stato il vero ruolo svolto da CGIL CISL e UIL: schierarsi dalla parte del padronato e dei poteri economici forti.
RdB risponde a questa politica con lo sciopero generale del 9 novembre 2007 invitando tutti i lavoratori ad una massiccia adesione.
Lino Rocchi
della Federazione RdB,