|
Giuseppe Parroncini
Copyright Tusciaweb
|
- Ma chi ha vinto veramente le primarie a Viterbo? Intanto ha vinto il Partito democratico che ha visto oltre 27 mila votanti.
Se si vanno a vedere i numeri dei consensi sembrerebbe chiaro che hanno vinto Fioroni e Sposetti. Ma in politica non sempre uno più uno fa due.
Il risultato della lista guidata dai due big Fioroni e Sposetti, infatti, va diviso in qualche modo in due e allora si vede che si arriva a cifre più o meno al trenta per cento.
Qualcuno potrebbe chiedere: ma quale doveva essere il risultato per Fioroni e Sposetti per poter vantare una vittoria chiara? In qualche modo è semplice: dovevano raggiungere un risultato che diviso due non desse proprio la forza del loro avversario.
Come dire se si va due contro uno...
Ma i problemi non finiscono qui.
Visto che Parroncini ha presumibilmente raccolto più consensi tra gli ex Ds, questo significa che l’egemonia, dentro il gruppone del Listone, ce l’ha il buon Fioroni. Come dire che gli ex diessini nel Listone sono minoranza. A occhio e spanne, ovviamente.
E allora una forza, che dentro il Pd ha circa un terzo dei voti, è una forza da cui non si può prescindere.
Se qualcuno non avesse poi fatto l’errore di voler presentare a tutti i costi le liste Bindi e Letta, le cose per Parroncini sarebbero forse andate anche meglio. Ma come si dice: a voler esser troppo furbi alle volte si sbaglia di grosso. E quelle due liste sono state un artificioso errore.
Qualcuno dirà che si ragiona con le categorie del passato.
Ma a questi non si può che rispondere che questa è la regola. Chiunque si sia occupato di epistemologia sa che quando si passa da un paradigma all’altro è inevitabile che si continui a ragionare per un certo lasso di tempo con il vecchio apparato di idee tentando di adattarlo al nuovo. A meno che non si pensi che da oggi Fabbrini, per fare un esempio, appoggi la candidatura a segretario provinciale di Egidi contro Allegrini. O cose del genere.
E poi una basta fare qualche altro esempio.
Ora si dovranno fare i congressi e votare per i segretari provinciali, comunali e così via.
Fioroni e Sposetti dovranno architettare un bilanciamento globale. Per non dover ricorrere alla forza di interdizione del 30 per cento di Parroncini. Più magari un otto per cento di sedicenti bindiani e lettiani.
Insomma una forza che sfiora il 40 per cento.
Certo, ci si sarebbe aspettati di più da un ministro della repubblica e un tesoriere come Sposetti.
Ci si aspettava il cappotto e invece si ritrovano con un 40 per cento del partito fuori controllo e con un 60 per cento diviso tra ex Margherita e ed ex Ds.
Sarà interessante vedere come andrà a finire. Per ora Parroncini si siede sopra un non indifferente 30 per cento. Un risultato incredibile se si pensa chi erano gli avversari.
Ernie Souchak